Un assaggio di Giappone a Roma: apre il ristorante Otosan

Otosan: un assaggio di Giappone a Roma

Un nuovo concept di cucina giapponese approda nell’elegante quartiere Trieste di Roma: da poche settimane ha aperto infatti il ristorante Otosan, secondo format dei proprietari di Okasan, nel cuore di Prati, e di Hiromi, la prima pasticceria giapponese, recentemente aperta sempre nello stesso quartiere.

Ristorante Otosan

Ristorante Otosan

Un inedito concept culinario che porta nella capitale la cucina del Kansai, la regione nipponica considerata il cuore dell’isola principale del Giappone. Se Okasan, che in lingua giapponese vuol dire “mamma”, nasce con la volontà di gustare la tradizionale cucina del Sol levante, la medesima preparata da una tipica mamma giapponese, la traduzione di Otosan rimanda invece alla figura genitoriale maschile, proponendo una location ispirata alle tradizionali Izakaya, le trattorie nipponiche, caratterizzate da un design essenziale e leggero.

Ristorante Otosan

Ristorante Otosan

Realizzato con materie prime naturali come il legno massello di rovere, Otosan si distingue infatti per un’estetica lineare e pulita, ma al contempo calda e accogliente, unendo il massimo livello di ospitalità a elementi artistici, come l’affresco sulla parete della sala più grande raffigurante una squama di pesce, metafora del Sol Levante, e all’eleganza degli arredi e dei materiali, come le moderne lampade a forma di cappelli: «Sono dei pezzi unici che abbiamo fatto realizzare per richiamare la figura del samurai, soldato che durante la guerra si nascondeva dietro questo capo per sembrare un contadino».

Ristorante Otosan

Ristorante Otosan

Ai fornelli lo chef Aki Kobayashi e il Maestro Sushi Fumio Saito portano in tavola l’originale cultura giapponese. Mentre lo chef prepara tutti i piatti caldi, il Maestro Sushi, con alle spalle un’esperienza di oltre trent’anni, si esibisce davanti al pubblico in una zona allestita per lo show cooking.

Ristorante Otosan

Ristorante Otosan

In Giappone, infatti, la preparazione del sushi viene considerata una vera e propria arte e diventare Itamae, ossia “colui che sta dietro il piano da taglio”, Maestro nella composizione del sushi, richiede anni di formazione. Per comporre un perfetto Nigiri possono volerci anni di esperienza e nella cucina giapponese l’imprecisione non è contemplata. Imprescindibile è l’armonia tra il pesce e il riso, il condimento e la freschezza, soddisfacendo il principio del “mangiare con gli occhi” prima ancora del piacere del gusto, che deve essere stimolato dalla bellezza dell’impiattamento e del vasellame. Un’elegante arte culinaria esercitata dal Maestro tramite l’impiego di materie prime fresche di ottima qualità, provenienti dai mari locali, a esclusione del salmone di origine norvegese. Inoltre, Otosan è tra i pochi certificati a comprare il tonno più raro e pregiato del mondo, Bluefin, il “Pinna Blu”.

Ristorante Otosan

Tra le altre specialità del menù di Otosan l’Okonomiyaki: letteralmente okonomi, ovvero “ciò che vuoi” e yaki, cioè “alla griglia”, l’Okonomiyaki è una ricetta nata nella regione del Kansai, la stessa di origine dello chef, nota come la “pizza di Osaka”, un piatto agrodolce simile a una frittata, cucinata sulla piastra con vari ingredienti, dalla carne ai molluschi fino alle verdure.

Ristorante Otosan

Ristorante Otosan

Tra i piatti caldi da segnalare il Ramen, il Doteyaki, ovvero carne di manzo selezionata e cucinata a bassa temperatura con aggiunta di sake e spezie giapponesi, e il Kakuni, uno stufato di spalla di maiale cotto a fuoco lento in salsa giapponese a base di soia, zenzero, sake e aglio. Per i piatti freddi, Nigiri, Sashimi e rolls, tra cui i più richiesti sono Okasan e Otosan: il primo è un filetto di spigola in tempura ricoperto da mango, alga nori, riso, patata dolce croccante e una fettina di lime, mentre il secondo un filetto di calamaro in tempura, mango e mandorle tostate.

Ristorante Otosan

Ristorante Otosan

Ad arricchire l’esperienza gastronomica di Otosan una carta di vini con circa 15 etichette e diverse referenze di sake, il celebre vino di riso giapponese, proposto anche in una esclusiva degustazione di tre differenti premium: il Dewanoyuki Kimoto, sake preparato con metodo tradizionale giapponese; il Konishi Gold, sake daiginjo preparato levigando il riso più del 50%; l’Uroko Yamahai, sake invecchiato in botti di legno pregiato per più di 5 anni.

www.otosanroma.it

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