Visitare questa incantevole tenuta significa tornare indietro nel tempo all’anno 1200 e avere la possibilità di conoscere un’antica famiglia marchigiana, proveniente dal Veneto, e la sua devozione nel portare avanti la tradizione agricola e vitivinicola del nonno Tebaldo.
“Il Pollenza” è l’altisonante nome dell’azienda, situata a Tolentino e circondata dalla splendida cornice delle colline maceratesi, ulteriormente impreziosita dalla presenza di un fantastico edificio del ‘500 del Sangallo. Fu il Conte Brachetti – Peretti a decidere di acquistare la tenuta dai principi Antici Mattei circa venti anni fa.
200 ettari di terreno, di cui 50 destinati a vigneto, serbatoi di cemento vetrificato, ciascuno contraddistinto con i nomi di famiglia, una barricaia realizzata a 7 metri sotto il livello del suolo, secondo gli ideali standard di conservazione e invecchiamento del vino, con una capacità di stoccaggio fino a 2000 barrique, scelte in rovere francese da 225 litri.
L’enologo Giovanni Campodonico e l’agronomo Valerio Barbieri si occupano della gestione dei vigneti, sfruttando l’eccellente posizione a metà strada tra il mare e i monti Sibillini. Le uve coltivate spaziano da varietà internazionali, come Cabernet Franc, Pinot Noir, Merlot e Sauvignon Blanc, fino a vitigni nostrani, quali il Trebbiano e il Sangiovese. La maggior parte della vendemmia viene effettuata manualmente, cercando di rispettare il più possibile ciò che dal terroir dovrebbe essere trasferito all’interno del bicchiere.
L’azienda prevede anche un laboratorio specializzato, diretto dal tecnico vitivinicolo Mauro Giacomini, che si assume il compito di controllare l’evoluzione del vino in tutte le sue fasi di lavorazione.
Il Pollenza è un Rosso Igt, ottenuto da un 60% di Cabernet Sauvignon, unito a un 20% di Merlot e completato con un 13% di Cabernet Franc e un 7% di Petit Verdot. Il suolo di medio impasto, tendente all’argilloso e in parte ghiaioso, conferisce un olfatto di raro pregio, impostato su toni fruttati di ribes e mirtillo, un floreale di iris blu e lavanda e un ventaglio di spezie scure e cioccolato amaro. L’esperienza gustativa, giocata sull’alternanza fra corpo ed eleganza, rivela sensazioni morbide e calde di vaniglia e caffè.
Dai sapori aristocratici, come la famiglia che lo ha generato, scopriamo un vino all’altezza delle sue origini, in grado di nobilitare la personalità della sua regione.