Parlare di Val d’ Orcia significa parlare di arte e natura. O meglio, in questo lembo di Toscana, anche la gastronomia e l’amore per il territorio sono forme di arte.
Il gusto allora sarà il filo conduttore di un weekend alla scoperta delle meraviglie culturali, testimonianze storiche e del patrimonio enogastronomico di un’oasi di tranquillità, poco distante dai principali centri abitati della regione. Un’oasi ricamata da quelle strade che camminano lente tra oliveti e vigneti, rispettose della natura e quasi imitando i ritmi di un tempo che qui pare essersi fermato. Ed infatti, appena giunti nel cuore della Valle, si ha la sensazione di trovarsi in un’altra epoca, remota, trascorsa, tra borghi, antiche botteghe e terme di romana memoria.
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Tappa obbligata per chiunque voglia vivere appieno questa esperienza è Montalcino, sito alla confluenza tra l’Ombrone, Asso e Arbia; dall’alto della sua imponenza, domina circa tremila ettari di vigneti. Montalcino cattura immediatamente per un fascino dalla doppia anima: accanto alla ricchezza artistica pulsa il cuore e la vivacità del Brunello, quel vino che ha fatto della “terra natia” una delle mete turistiche d’eccellenza. Definirlo semplicemente “vino” è forse riduttivo; dietro questo nome a primo acchitto bizzaro, si cela un unicum di cultura, tradizioni e saperi tramandati di generazione in generazione. Una storia complessa, tormentata che si rispecchia in toto nell’ampiezza e finezza gusto-olfattiva: un profumo intenso, in cui si riconoscono sentori di sottobosco, legno aromatico, frutti a bacca rossa e persino confettura; etereo nel suo sapersi accattivare l’anima, austero nella capacità di scaldare il cuore sin dal primo sorso.
Prima di cedere alle lusinghe di Bacco, perdetevi nell’altrettanto affascinante abitato di Montalcino, un nucleo ben conservato all’ombra della fortezza pentagonale (del 1361) e custodito dal perimetro delle mura medievali; da visitare il Duomo (rifatto in forme neoclassiche), la principale Piazza del Popolo dove si affaccia il Palazzo dei Priori adornato da stemmi araldici dei numerosi potestà che governarono Montalcino. Ed ancora, lasciatevi guidare nel labirinto di vicoli e suggestivi squarci dal profumo del pane appena sfornato, dei dolci di tradizionale fattura e dagli odori dell’autentica cucina toscana…
Il lustro di una città ambita da sempre dalle popolazioni di passaggio in questi luoghi è, infatti, testimoniato non solo dai resti delle mura cittadine, dai palazzi signorili e dai loggiati, ma anche dalle numerose osterie, nate come punto di ristoro di pellegrini e viandanti ed oggi ristrutturate in chiave gastrochic. Sono proprio queste ex-locande a permettervi di riscoprire il fascino della convivialità e di soddisfare le vostre esigenze: potete lasciarvi tentare dalle preparazioni di “una volta”, reinterpretate e alleggerite dalla mano dello chef del ristorante “il Giglio” – che dispone di una panoramica terrazza sulle crete senesi -, oppure lasciarvi conquistare da Mario e Vanna Fiorani che nel loro ristorante (Boccondivino) portano in tavola il rispetto per la tradizione riproposto con gusto e savoir-faire.
Da non perdere la visita presso una delle cantine produttrici di Brunello: Biondi Santi, di proprietà dei discendenti di Clemente – al quale si deve la prima vinificazione in purezza -, Campi di Fonterenza, Casanova di Neri, oppure Col D’Orcia, che propone al pubblico una propria versione BIO della celebre etichetta.
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Al termine di un percorso impegnativo tra calici e buon cibo, è d’obbligo concedersi una pausa a Bagno Vignoni, uno dei borghi medievali più suggestivi e meglio conservati della Toscana. Immersi in un paesaggio da cartolina e vigneti di indiscussa fama, potrete abbandonarvi al caldo abbraccio delle acque termali, testimonianza del dominio romano in queste terre. Un percorso termale reso pertanto più suggestivo da quella magia che nasce dalla consapevolezza della valenza storico-architettonica del luogo, una magia che continua in un piacevole pernottamento presso l’Albergo delle Terme o presso la Locanda del Loggiato, strutture nate per offrire il valore aggiunto dell’accoglienza in una cornice d’eccellenza.
Chiunque voglia proseguire il viaggio alla ricerca di storia del territoir ed eccellenze enogastronomiche non può non approdare nel borgo di Montepulciano. Inerpicato lungo scoscesi vicoli che portano diritto nel cuore del paese, appare gelosamente custodito da possenti mura medievali e da un’imponente fortezza; questa, elegante nella sua mole, pare difendere ancor oggi il nucleo originario del centro abitato. Da ammirare Piazza Grande, una delle più suggestive d’Italia, i numerosi palazzi (tra cui quelli di Antonio Sangallo e Ippolito Scalza) che fanno da contorno a questo piccolo salotto, e la suggestiva ma incompiuta facciata della Cattedrale dell’Assunta. Passeggiando lungo le strade lastricate, vi troverete quasi immersi in un’altra epoca: ogni piccola bottega, ogni enoteca si integra perfettamente con un’atmosfera e sensazione generale del “senza tempo”, offrendo una gradita pausa dal traffico cittadino. Una fuga dalla routine quotidiana allietata da un vino che non ha bisogno di presentazioni: il Nobile di Montepulciano, una sintesi armonica tra vitigni autoctoni (rigorosamente Sangiovese, in queste zone chiamato Prugnolo Gentile, e Canaiolo) e quel “naso” intenso, floreale, etereo, caratteristico del territorio del quale costituisce la massima espressione.
Ma la Val D’Orcia riserva ben altro; è uno scrigno in cui si custodiscono tesori e patrimoni di ogni sorta…
Manuela Mancino