Vendemmia 2023 caratterizzata dagli eccessi

ASSOENOLOGI, ISMEA E UIV REVISIONANO LE STIME VENDEMMIALI DOPO UN SETTEMBRE ANOMALO

Dopo le eccessive precipitazioni da gennaio a giugno che hanno portato alla proliferazione della peronospora, si aggiunge un caldo anomalo di fine estate con temperature sopra la norma, spesso con punte di oltre 30 gradi, e assenza di piogge. Queste condizioni meteorologiche hanno favorito l’aumento di agenti patogeni, causando una situazione di stress idrico nel vigneto che ha portato a una sensibile riduzione del raccolto, quasi un quarto in meno rispetto all’anno precedente. Nonostante le condizioni avverse abbiano determinato un alleggerimento dei frutti con conseguente riduzione volumica del raccolto, d’altra parte hanno sicuramente influito positivamente sulla qualità delle uve.

La produzione di vino in Italia nel 2023 si fermerà tra i 38 e i 40 milioni di ettolitri, secondo le nuove stime dell’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini (Uiv). Questo rappresenta un ulteriore calo rispetto alle previsioni fatte a settembre, che indicavano una contrazione del 12%. Si prevede ora una diminuzione tra il 20% e il 24%, escludendo i prodotti a monte del vino acquistati da altri Paesi dell’Unione Europea come mosti, vini nuovi in fermentazione e altro ancora. 

Il calo nella produzione è generalizzato in tutto il paese con riduzioni significative soprattutto nelle regioni settentrionali come Veneto, con un meno 10%, e Piemonte con un meno 17%. Anche nelle altre macroaree italiane per le big del vino si registrano forti diminuzioni come Toscana (-30%), Puglia (-30%), Sicilia (-45%) e Abruzzo (-60%). Complessivamente si stima una riduzione media del 9,5% al Nord, del 29,5% al Centro e del 38,2% al Sud. I dati definitivi saranno resi noti il prossimo anno dal Ministero dell’Agricoltura.

Sebbene le condizioni meteorologiche non siano state favorevoli ai volumi del raccolto, questa vendemmia potrebbe riservare grandi sorprese. 

Vendemmia 2023 caratterizzata dagli eccessi

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