Auto-Exotic è il tema della quarta edizione della Venice Design Biennial, il cui programma di mostre torna a Venezia dal 19 maggio al 18 giugno, in parallelo al primo mese della Biennale Architettura.
Il tradizionale concetto di esotismo, intriso di stereotipi, viene ripensato attraverso la lente del design. La fascinazione verso un altrove remoto, densa di stupore, desiderio di scoperta e volontà di dominio, in anni recenti si è ripiegata verso figure, pratiche e spazi sociali che abitano le increspature meno appariscenti della composita cultura cui apparteniamo.
Saperi artigiani e hacker, drag queen e ritorno alla terra, fare il pane con la ricetta della nonna, ChatGPT e briscola, merletto e biotecnologie delle piante alofite: non affascina più tanto la lontananza (nello spazio, nel tempo), ma la differenza (di prossimità).
Il declino della globalizzazione indica che il limite del processo di espansione è stato raggiunto: se non c’è più un esterno da conquistare, la soluzione è auto-colonizzarsi. E mai come ora questa spinta è stata così influente sul lavoro dei designer.
Come nelle precedenti edizioni, la Venice Design Biennial esplorerà le diverse declinazioni di questo tema attraverso la mostra collettiva Auto-Exotic, curata da Francesca Giubilei e Luca Berta, e una serie di progetti collaterali di aziende, gallerie e designer che presenteranno le loro installazioni in spazi indipendenti. Ancora una volta, l’obiettivo è quello di coniugare la scoperta del design ad alta intensità curatoriale con l’esperienza della città, che a Venezia significa in primo luogo camminare, ma anche andare in barca.
Venice Design Biennial Residency
La mostra collettiva principale presenterà anche l’esito della Venice Design Biennial Residency, vinta quest’anno dal designer australiano Trent Jansen, che realizzerà il suo nuovo progetto in collaborazione con Vetralia, editore dell’opera.