L’azienda presenta al Vinitaly il nuovo prodotto omaggio alla Sabaudia
Un vino che celebra il territorio dove nasce, la Sabaudia, emblema di una produzione portata avanti con tenacia e passione: il Vermentino 253 Giorni è il nuovo vino firmato Cantina Sant’Andrea, presentato in anteprima a Vinitaly 2024.
Cantina Sant’Andrea: la famiglia Pandolfo
Le cose belle richiedono pazienza e arrivano solo a chi sa aspettare. La pazienza di certo non difetta alla famiglia Pandolfo che – dopo essere emigrata da Pantelleria in Tunisia e aver subito l’espropriazione dei terreni a seguito del colpo di stato di Bourguiba – approda nell’Agro Pontino con tanta tenacia e passione a continuare il lavoro da viticultori.
Il finale di questa storia è ben noto: dalla prima barbatella, all’azienda odierna – che vanta oltre 100 ettari di vigneti e una produzione di etichette che hanno ricevuto prestigiosi premi nazionali e internazionali – Cantina Sant’Andrea è una realtà florida ed emblematica di come il dono della resilienza sia fondamentale nel settore enologico per raggiungere risultati eccellenti.
A pochi chilometri dal mare, in un fertile lembo di terra, tra le dune di Sabaudia e i Monti Ausoni, il clima è peculiare e permette di coltivare e far prosperare una grande quantità di vitigni che beneficiano della vicinanza delle montagne e del mare oltre a dare abbondanti raccolti.
D’altronde, questa è stata terra di vino sin dai tempi degli antichi romani e ha vissuto una rinascita enologica con la bonifica nel 1924 delle paludi pontine. Proprio in quegli anni nasceva Sabaudia (insieme alle altre Città di Fondazione): e se “Roma non è stata costruita in un giorno”, per Sabaudia ce ne sono voluti 253. E 253 sono i giorni celebrati nella nuova etichetta di Cantina Sant’Andrea, che omaggia la cittadina laziale.
Il Vermentino 253 Giorni di Cantina Sant’Andrea
Il vino 253 Giorni celebra il territorio e suggella il legame della famiglia Pandolfo con la terra che li ha accolti. La genesi di questo vino è quasi un segno del destino – grazie all’acquisto di un terreno sabbioso alle porte di Sabaudia ormai dismesso e inutilizzato da diversi anni – che si trasforma presto in una sfida, così come è abitudine nella storia della famiglia.
La scelta del vitigno ricade su l’aromatica bacca gialla del Vermentino, perché il più adatto a rappresentare una zona costiera. Dopo una lavorazione in acciaio e un breve affinamento in bottiglia, è possibile sorseggiare un vino – di un bel color giallo paglierino, carico di sfumature – che porta con sé l’idea del mare, delle onde, della brezza marina e del sale, con note iodate che si apprezzano subito al naso, piacevolmente miscelate a quelle di frutta tropicale, pesca e fiori.
In bocca esprime grandissima eleganza grazie alla freschezza delle sue note fruttate e alla gradevole acidità e salinità che ricorda la sabbia bagnata della costa: il risultato è una beva rilassata, intensa nei profumi e mai banale. Esprime il meglio di sé in abbinamento a tutti i piatti di mare.