Vetrina Toscana: un progetto di terroir

Che la Toscana sia la meta turistica preferita dagli stranieri è noto ed avallato dagli studi di settore. E che il progetto Vetrina Toscana abbia contribuito a rafforzare l’immagine e le basi di questa regione anche.

Nata dallo scopo di promuovere l’artigianalità latu sensu, Vetrina Toscana ha saputo dar voce a quel variegato mondo dell’imprenditorialità italiana, che sappiamo essere formato da un fitto tessuto di piccole e medie aziende. Una rete di persone che, in controtendenza rispetto ai modelli di uniformazione imposti dalla globalizzazione, cerca di nobilitare con il proprio lavoro le lunghe tradizioni di un popolo e di un terroir. Difficile trovare un sinonimo per questo francesismo che, forse, stona nell’ambito di un progetto di esaltazione del Made in Tuscany. Ma, i cugini d’Oltralpe sono riusciti a coniare un termine capace oramai di sintetizzare l’essenza di un connubio perfetto tra uomo-ambiente-consuetudini-cultura; quel connubio di cui la Toscana (e l’Italia tutta) vive e sul quale poggia le basi del successo. A confermarlo i numeri di questa collaborazione tra Unioncamere e Regione Toscana: 908 ristoranti, 298 botteghe, 196 produttori per un totale di 1402 punti aderenti alla nobile iniziativa di rilancio del patrimonio di un lembo dello Stivale che molto ha da raccontare.

I toscani sembrano, infatti, una costellazione di sottodenominazioni: pisani, lucchesi, livornesi, chiantigiani, maremmani; ognuno con il proprio carattere, ciascuno con la propria personalità e visione del mondo. La storia è trascorsa, ma resta – ed è fortuna – traccia di piccoli borghi e cittadine, simili o dissimili, nei quali si legge il gusto medioevale, comunale, di Consigli cittadini e mercanti…Riecheggiano i fasti del Rinascimento, di quella rivoluzione intellettuale ed elegante, dal gusto “toscano” appunto.

Un’eredità ricca, frutto dell’ingegno proprio e caratterizzante le genti di queste terre; un patrimonio che Vetrina Toscana ha inteso recuperare e salvaguardare dall’oblio, ponendosi come collettore di micro-realtà, impossibilitate all’autopromozione dagli eccessi cui l’industrializzazione ci ha abituato.

Ed ecco allora che il sito (www.vetrina.toscana.it, on line dal 2013) diviene lo strumento principe per veicolare il tessuto di locali e botteghe orientate all’offerta di prodotti tipici, nonché alla divulgazione del valore intrinseco in ciascuno di essi. Non si tratta della “mera” filiera corta dell’enogastronomia e delle realizzazioni artigianali, ma della comunicazione di quella trama storico-culturale, attorno alla quale si snoda il successo della Toscana.

Un intento nobile che, a ragione, ha fatto di Vetrina Toscana un valido modello da imitare: degustazioni, rassegne, cene a tema e nei musei, festival e spettacoli sono, infatti, solo taluni degli eventi organizzati per dar voce ai protagonisti dei numerosi territori di cui la regione pullula.

Punto di forza del progetto è la capacità di creare un sistema a rete con altre manifestazioni, sia all’interno dei confini regionali (come Food & Book, la Settimana della Cultura Coolt e Il Desco), sia a livello nazionale (come Salone del Gusto e Casa Sanremo).

Un sistema che si avvale della comunicazione integrata: carta stampata, servizi tv, radio e social network sono i mass media grazie ai quali Vetrina Toscana è riuscita a veicolare il gusto. E ciò in quanto il cibo è di per sé un racconto, frutto di storie legate al susseguirsi di dominazioni, e talvolta di miti e leggende; una ricetta narra di uomini ed arti, di quegli antichi mestieri ed usanze che compongono l’affresco di un paesaggio “sociale”. Sociale perché un piatto è sempre la mediazione di un territorio per mano di uno chef, primo interprete della tradizione e paladino di prodotti tipici, in quanto legati alla terra di origine, ma al contempo mai uguali a se stessi, perché elaborati in ottica contemporanea.

Non è un mero compiacimento degli innegabili trascorsi della regione la finalità del progetto, ma, al contrario, è il desiderio di trasmettere il dinamismo della cultura culinaria: una ricetta, frutto di condizionamenti socio-culturali e ambientali, è lo spaccato di un’epoca; la sua reinterpretazione in chiave attuale aggiunge elementi di originalità a radici consolidate.

Uno dei cardini e presupposti di Vetrina Toscana sembra essere quella nativa creatività, quel “genio”  che per antonomasia gli abitanti di queste terre assorbono dal loro meraviglioso universo.

L’augurio è che il modello, avviato dalla Dottoressa Nocentini Sara (Assessore alla Cultura Commercio e Turismo della Regione Toscana) e dal Dottor Sereni Andrea (Presidente Unioncamere Toscana), con il contributo di personalità di rilievo e qualificati collaboratori, possa quotidianamente arricchirsi di nuove esperienze.

 Photo credits

Manuela Mancino

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