Vetro, ingegno e bollicine: ingredienti per prosecchi veneti.

Il mondo del Prosecco è cambiato. La parola Prosecco non indica più un vitigno ma un vino a denominazione di origine controllata (DOC), sottoposto a regole precise: la produzione si estende in un territorio ampio, composto da 9 province e due regioni: Veneto e Friuli Venezia Giulia, nelle quali troviamo 44 denominazioni DOCG e ben 318 DOC. Il regno del Prosecco DOCG si estende in un’ampia fascia di colline attraversata dal fiume Piave e l’itinerario si divide in due possibili percorsi che si sviluppano da una parte e dall’altra del fiume: la “Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene”, partendo da Conegliano e arrivando a Vittorio Veneto; l’area vinicola dell’Asolo Prosecco DOCG. Il Prosecco, frutto di una lunga storia e di un’affascinante tradizione veneta, esprime a pieno la cultura del territorio.

La mappa dei cosiddetti "territori del prosecco" in Veneto.
La mappa dei cosiddetti “territori del prosecco” in Veneto.

Per tutelare il prosecco – uno dei prodotti veneti per eccellenza – il mercato internazionale richiede un packaging vetrario riconoscibile, non più standard, per il posizionamento dell’immagine del prodotto-Marchio al fine di combattere i tentativi di contraffazione. Bottiglia come contenitore di design: unico strumento per tradurre in immagine riconoscibile prodotto/contenuto e marchio dei prosecchi veneti.

La bottiglia di vetro come appare oggi vede la luce verso il III secolo dopo Cristo, quando in Siria si scoprono i segreti della lavorazione “a soffio”, classica per ottenere le bottiglie soffiando dentro il vetro fuso. Questa pratica non fu molto diffusa fino al XV secolo circa, quando fu perfezionata e resa economica. Fino a quel momento infatti, era più conveniente produrre recipienti di argilla, terracotta e altri materiali simili, più facili da modellare, soprattutto a freddo senza dover ricorrere a forni.

Le bottiglie per il vino si trovano in diverse forme e dimensioni. Le più note con i relativ nomi sono riportate in figura.
Le bottiglie per il vino si trovano in diverse forme e dimensioni. Le più note con i relativ nomi sono riportate in figura.

Le bottiglie hanno varie forme, ognuna con la sua storia, ma anche il colore ha il suo significato, perché i vini devono essere preservati dalla luce; infatti, il colore verde che caratterizza quasi tutte le bottiglie, serve a proteggere il vino dalla luce, particolarmente nociva per gli spumanti e i vini rossi invece i vini da consumare in tempi brevi possono essere conservati in bottiglie di vetro trasparente. A differenza degli Champagne, che prevedono ben sedici diverse dimensioni delle bottiglie, il resto del mondo e soprattutto l’Italia, utilizza solo tre diverse dimensioni per le bottiglie, la mezza, da 375 ml, la bottiglia classica, di 750 ml e la Magnum, da un litro e mezzo. Come tantissimi avranno notato, le bottiglie utilizzate per il confezionamento degli spumanti, degli champagne e dei prosecchi sono assai diverse da quelle utilizzate per i vini cosiddetti “tranquilli”, a partire dallo spessore e soprattutto dal fondo. Questo tipo di bottiglia si chiama sciampagnotta, dal termine Champagne, primo vino a studiare un design che risolvesse i problemi posti dalla pressione interna. Certamente questo tipo di bottiglia non è frutto del caso, ma di un attento studio atto a conservare il vino nelle condizioni migliori ed a evitare rotture dovute alla pressione interna che ogni spumante esercita sulla bottiglia, specialmente durante il trasporto, quando i movimenti aumentano questa pressione. Lo spessore del vetro risulta maggiore perché deve opporre una resistenza alla pressione interna dell’anidride carbonica contenuta nel vino, tra le 3,5 e le 6 atmosfere. La particolare forma del fondo distribuisce la pressione in modo da scaricarla meglio e senza grosse conseguenze per i punti delicati con la sua forma conica rivolta verso l’interno (in quanto è la parte più debole della bottiglia, soprattutto nel punto di congiunzione tra il vetro verticale e quello orizzontale).

Ma come si sviluppa la creazione di una bottiglia? Le fasi sono le seguenti:

  • Produzione di  bozzetti di alternative progettuali.
  • Scelta la soluzione creativa: si procede all’ingegnerizzazione del progetto con l’approntamento del disegno articolo, che dovrà essere approvato dal cliente per la compatibilità dei parametri tecnici del nuovo progetto con le linee di confezionamento.
  • Mock-up: la fase prevede la realizzazione di un modello in gesso, legno, plexiglass oppure in pyrex. Il modello in pyrex può essere completamente confezionato in quanto riproduce fedelmente, in vetro cavo, la bottiglia progettata.
  • Realizzazione del prototipo e quindi produzione in serie.

    Le fasi della creazione di una bottiglia di vetro per la produzione in serie.
    Le fasi della creazione di una bottiglia di vetro per la produzione in serie.

Altra caratteristica, meno seriale e più artigianale, delle bottiglie usate per i prosecchi veneti è la legatura manuale a spago, antica tecnica utilizzata dai vignaioli viene ancora oggi utilizzata – anche se come elemento accessorio, quasi decorativo – e serviva ad evitare che le bottiglie di Prosecco frizzante si stappassero durante la fermentazione naturale.

Riproposta al mercato proprio da Mionetto nel 1961, la legatura è realizzata ancor oggi a mano.
Riproposta al mercato proprio da Mionetto nel 1961, la legatura è realizzata ancor oggi a mano.

Mariangela Martellotta

Immagine 1 http://www.vinoalvino.org/blog/2013/01/lo-stupro-del-veneto-o-della-perversione-del-prosecco.html

Immagine 2 http://www.vinoinrete.it/sommelier/sommelier%20-1-%20bottiglie.htm

Immagine 4 www.mionetto.com/collezioni/Mionetto/LINEA-LEGATURE

 

Vetro, ingegno e bollicine: ingredienti per prosecchi veneti.

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