Vini di lusso in crisi negli USA (-7%), ma i rossi italiani sfidano la tendenza, con la Toscana in testa

Le etichette toscane trainano le vendite dei vini italiani negli Stati Uniti. Secondo i dati SipSource di agosto, analizzati dall’Osservatorio UIV-Vinitaly durante Vinitaly.Usa a Chicago, le vendite a valore dei vini della Penisola sono cresciute del 3% nei primi otto mesi dell’anno. In particolare, nella nicchia luxury le bottiglie toscane hanno registrato un incremento del 13%, dimostrando una volta di più l’appeal del vino italiano oltreoceano.

Vini di lusso italiani resistono alla crisi: +3% negli USA

Mentre il mercato dei vini rossi negli Usa è in crisi, un segmento emerge in controtendenza: i luxury made in Italy, etichette rossiste dai 50 dollari in su (prezzo alla distribuzione equivalente a circa 46 euro), che tra gennaio e agosto hanno registrato una crescita delle vendite a valore del 3%, a differenza della performance generale dei prodotti luxury a -7%, con i francesi in calo del 16% e gli americani in linea con la media di mercato.

I vini italiani di alta gamma concentrano valore

Un dato sorprendente emerge dall’analisi delle vendite di vino rosso italiano negli Stati Uniti: i vini di altissima gamma, pur rappresentando una nano-quota del 2% del volume totale, generano un fatturato straordinario, pari al 14% del valore complessivo dei rossi italiani venduti. Questo segmento, includendo anche i vini super-premium (tra 24 e 50 dollari), raggiunge addirittura il 23% del valore totale, a fronte di appena il 6% del volume.

“L’Italia – ha detto nel suo intervento a Chicago il presidente di Unione Italiana Vini (UIV), Lamberto Frescobaldi – può contare da una parte sulla forza di brand territoriali ormai riconosciuti come iconici dagli appassionati americani; dall’altra sull’esperienza del turista americano in Italia, sempre più fattore di affezione una volta rientrati a casa”.

Toscana +13%, -37% per Bordeaux e -12% per Borgogna

Mentre aree enologiche francesi e americane, che sin qui hanno trainato il segmento lusso, come Bordeaux, Borgogna e Napa Valley registrano cali significativi nelle vendite rispettivamente del -37%, -12% e -24% , la Toscana domina incontrastata la nicchia dei vini rossi italiani di alta gamma negli Stati Uniti, con una quota di mercato del 45,5% e una crescita del 13% tra gennaio e agosto di quest’anno.

Il Brunello di Montalcino vola

A tirare la volata nelle preferenze di un consumatore tipo particolarmente conservativo e affezionato a proposte e territori già conosciuti, il Brunello di Montalcino, prima denominazione con una fetta di mercato pari al 32% dei rossi di lusso. Seguono a distanza nella classifica regionale dalla galassia Bolgheri (11,5%) e Chianti Classico (2%). Per i nobili piemontesi si guadagna il secondo posto assoluto il Barolo (16%), mentre il Barbaresco (4%) è fuori dal podio, un gradino sotto al Bolgheri Superiore (7%).

Il futuro del vino italiano: giovani, innovazione e comunicazione inclusiva

Dai rossi “nobili” ai nuovi trend che, dagli Usa, stanno abbracciando consumatori di tutto il mondo, come sottolineato nel corso dell’inaugurazione di Vinitaly.USA da Marzia Varvaglione, presidente di Agivi, Associazione dei giovani imprenditori vitivinicoli italiani di Unione Italiana Vini (UIV):

Dai ready to drink, ai low e no-alcohol, è importante non avere pregiudizi, non dobbiamo avere paura del nuovo che avanza. Come produttori italiani dobbiamo comprendere i fenomeni sottostanti e, di conseguenza, iniziare a comunicare il vino in modo più inclusivo. Il nostro ruolo, come imprenditori, è quello di capire quali sono le nuove opportunità che il mercato presenta, in particolare quello statunitense. Parlare di giovani – ha concluso – è una questione di responsabilità: saranno la prossima generazione del vino, giovani cosmopoliti attenti alla qualità nel piatto e nel bicchiere”. 

Unione Italiana Vini

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