Le affinità elettive di Giampiero Bodino e De Castelli per Homo Faber 2024

La poltrona da conversazione di epoca vittoriana ritorna attuale e acquista un significato completamente nuovo nell’interpretazione eclettica di Giampiero Bodino e De Castelli, che scrivono un nuovo capitolo della loro collaborazione presentando Walt Chair a Homo Faber 2024, in programma dall’1 al 30 settembre a Venezia.

L’evento che celebra il miglior artigianato contemporaneo a livello globale, curato da Michelangelo Foundation, torna sull’Isola di San Giorgio Maggiore all’interno degli spazi della Fondazione Giorgio Cini con un’edizione dedicata a “The Journey of Life” e la direzione artistica di Luca Guadagnino e Nicolò Rosmarini.

Esposta all’interno della sala Love/Union, Walt Chair è un pezzo di design straordinario, dove l’eccellenza artigianale di De Castelli e il segno raffinato di Giampiero Bodino si incontrano e trasformano profondamente il significato della seduta da oggetto di funzione a oggetto di affezione, lanciando un forte messaggio di inclusività, vicinanza e connessione.

Chiamato in molti modi allusivi (vis à vis, courting bench, tête à tête, chaperon chair, gossip chair, le confident) e ampiamente diffuso in Inghilterra e in Francia, questo arredo di matrice neoclassica fa riferimento a una società di buoni costumi, perché concepito per conversare mantenendo una rispettabile distanza: la spalliera/bracciolo descrive infatti una “esse” che divide le due sedute speculari e permette il dialogo tra gli interlocutori evitando il contatto fisico.

L’opera di Giampiero Bodino per De Castelli è una citazione colta dell’oggetto, ma ribalta completamente il senso originale dell’utilizzo, che invece di separare avvicina: la seduta è infatti composta da due elementi singoli e uguali definiti da morbide curve simmetriche, studiate per accostarsi perfettamente creando una composizione sinuosa e accogliente che invita le persone a entrare in una relazione empatica.

La seduta traduce i valori di amore e unione con la sua forma organica impreziosita da un sorprendente intervento grafico: quando le due parti combaciano è infatti possibile leggere una poesia sulla seduta, incisa nel metallo attraverso la tecnica dell’erosione. L’autore è Walt Whitman, poeta americano nato nel 1919 e considerato il primo a concepire i versi liberi, ma soprattutto riconosciuto per essere riuscito a scrivere d’amore senza mai nominare la parola. Visto dall’alto il perimetro curvilineo ricorda inoltre il simbolo dell’infinito, l’unione di passato-presente-futuro in riferimento al viaggio della vita, tema scelto per questa edizione di Homo Faber.

Interamente realizzata in ottone, Walt Chair abbina la finitura lucida degli elementi in spessore a quella spazzolata scelta per la seduta e lo schienale, creando un suggestivo gioco di variazioni e riflessi: il risultato compositivo e materico, di grande impatto scultoreo, sintetizza l’originale linguaggio espressivo di Bodino e rappresenta il know-how realizzativo di De Castelli, che grazie alla sua esperienza su innovazione e ricerca è in grado di interpretare i concept più visionari trasformandoli in opere d’arte.

De Castelli

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