Cultura del cibo nell’immaginario lombardo: il kitchen-design.

Perché il kitchen design sia nato in Lombardia, e Milano ne sia divenuta il polo di sviluppo per l’Italia e punto di riferimento a livello mondiale è semplice dedurlo: mettete insieme le vicende dell’industrial design con la profonda e incomparabile cultura culinaria nazionale ed il gioco è fatto! Designer che hanno spopolato nell’immaginifico del mondo della cucina ce ne sono ma quelli che hanno lasciato il proprio segno indelebile ed inimitabile sono pochi e per lo più lombardi. Il loro lavoro va “dal cucchiaio alla città”, come vuole l’alta tradizione milanese del design di formazione architettonica. I nomi sono noti…

Giò Ponti, eccellenza italiana che il design l’ha ideato, insegnato all’università, descritto come teorico e divulgato attraverso Domus: rivista di architettura da lui fondata nel 1928. Collaborando con aziende quali Richard Ginori, Cassina, Molteni etc…

Roberto Sambonet, l’”artista nato in fabbrica”, come viene ricordato nei libri di storia dell’Architettura: pittore, designer e grafico che negli anni Cinquanta inizia la sua attività dedicandosi a pittura e design e tre anni dopo comincia a collaborare con la fabbrica di famiglia disegnando posate, pentole e vasellame in acciaio fino a vincere, tra i numerosi riconoscimenti, il prestigioso premio “Compasso d’oro alla carriera” nel 1995.

“Pesciera” in acciaio, 1957. Forse la creazione più famosa di Sambonet, esposta in musei di tutto il mondo tra cui il MOMA di NY e nella Collezione permanente del design di Milano

Marco Zanuso, designer e urbanista, considerato tra i padri fondatori del design industriale italiano. Insieme al gruppo dello studio BBPR, ad Alberto Rosselli, a Franco Albini, a Marcello Nizzoli e ai fratelli Livio, Pier Giacomo e Achille Castiglioni, ha contribuito al dibattito nel dopoguerra sul “movimento moderno” nell’architettura e nel design. Zanuso è stato uno dei primissimi ad interessarsi ai problemi dell’industrializzazione del prodotto e all’applicazione dei nuovi materiali e tecnologie agli oggetti di uso comune.

“Cucina E5” di Marco Zanuso prodotta da Elam (1966).

Alessandro Mendini, poliedrico come poche altre figure del panorama culturale italiano, collabora con numerose aziende che si occupano tra l’altro di kitchen-design  ed é consulente di immagine e di design di varie industrie. E’ membro onorario della Bezalel Academy of Arts and Design di Gerusalemme ed è professore onorario alla Accademic Council of Guangzhou Academy of fine Arts in Cina.

Antonio Citterio Progettista di riferimento di Arclinea dal 1986, al cui primo progetto, “Italia” (1988), sono seguiti Mediterranea, Florida, Ginger, Artusi e nel 2002 Convivium con cui Citterio ridefinisce la componentistica dell’ambiente cucina. Pluripremiato, è presente nella collezione permanente del MoMA di New York e del Beaubourg di Parigi.

Cucina CONVIVIUM di Antonio Citterio (2002).

Alberto Meda l’ingegnere meccanico cha ama la semplicità e il cui motto è “meno forma, più idee”. Nel 1973 entra in Kartell, dove ricopre il ruolo di direttore tecnico e responsabile dello sviluppo prodotti. Nel 1979 lascia la Kartell per dedicarsi anima e corpo all’industrial design, collaborando con l’industria Gaggia.

Scaldavivande Kalura di Alberto Meda per Alessi.

Angelo Magiarotti, recentemente scomparso, che negli anni ’70 promosse il sistema componibile per cucine, attualizzando la tradizione del made in Italy nel mondo dell’arredo attraverso l’interconnessione tra il know-how umano e le teconologie allora all’avanguardia.

Altri sarebbero i designer da citare ma per ora ci limitiamo al panorama lombardo di coloro che hanno lasciato il segno nella storia del kitchen-design.

Photocredit:

(1) http://www.exibart.com/

(2) http://www.famigliacristiana.it/costume-e-societa/cultura

(3) http://www.archiexpo.it/prod/arclinea/

(4) http://www.arredamento.it

Immagine a fondo pagina tratta da http://muffindiplastica.blogspot.it

 

Mariangela Martellotta

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