La Sardegna metafora della vita: una terra che ti sorprende sempre

Lontano dalla costa. Eppure così vicino. Fuori dalle battute mete turistiche della Sardegna, Bortigali offre un’emozione quasi senza tempo: unica per il contesto in cui è inserita, tra storia, riserve naturali ed enogastronomia. Distante dalle trafficate strade costiere, dalle affollate spiagge roventi, questo piccolo borgo offre quel giusto mix di storia, cultura, food and wine, sempre gradito per una vacanza all’insegna del relax.

Disposta ad anfiteatro ai piedi del Monte Santu Padre, custodisce nell’areale circostante resti di antichi origini che testimoniano un passato di centro nevralgico dell’intera zona. Ed infatti, gli appassionati e/o studiosi di archeologia potranno dedicarsi alla scoperta di circa 40 nuraghi – di cui una decina “a corridoio” ed i restanti “a torre” – che popolano il territorio limitrofo. O ancora, perdersi tra le domus de janas, i dolmen e le tombe giganti; oppure camminare negli stretti e suggestivi vicoli del centro, dove si alternano eleganti palazzi borghesi di inizi Novecento, architravi tardogotiche e un pullulare di chiese. Tra queste, merita una visita il complesso parrocchiale di Santa Maria degli Angeli, con una facciata in trachite rossa impreziosita, all’interno, da quattro bellissimi quadri del retablo attribuibili alla scuola del Maestro di Ozieri (XVI secolo). Gli amanti della natura, invece, non possono mancare la salita sul Santu Padre (circa 1000 metri), per godere di uno splendido sguardo d’insieme che abbraccia la Sardegna Centrale e Sud-occidentale: dal Gennargentu al Sulcis, dalle colline del Logudoro ai monti delle Baronie, sino al mare di Oristano e di Bosa. I più intraprendenti potranno abbandonarsi nelle braccia del cielo incontaminato, praticando proprio da questa vetta il parapendio…per un’emozione che toglie il fiato.

Ma quest’angolo di Sardegna non dimentica di certo i food lovers…li coccola, infatti, con le sue irripetibili tipicità locali, tra le quali primeggiano il caciocavallo o casizolu, il provolone “sa Fresa ‘e Attunzu”, un formaggio di latte vaccino che affonda le sue radici in epoche lontane. Se è risaputo che in Sardegna l’arte casearia ha da sempre costituito un’importante risorsa economica, non è altrettanto noto che proprio a Bortigali insiste una delle prime cooperative italiane, LaCesa, fondata nel 1907 e per molto tempo unico esempio di riuscita cooperazione casearia nella regione.

bortigali notte
Altro indiscusso protagonista di questo lembo d’Italia, il Cannonau, un vitigno rustico, resistente all’aridità e capace di conferire ai vini struttura e tenore alcolico. Coltivato in tutta l’isola, trova il suo ambiente di elezione nelle zone più interne e collinari della parte Centro-Orientale, laddove il terreno si fa più sciolto, privo di sostanze organiche e ricco di principi nutritivi, tipici della medio-alta collina. Emblematico del profondo legame con il territorio, le sue caratteristiche sembrano incarnare appieno la caparbietà di un popolo che ha imparato a convivere con le asperità morfologiche del territorio. Non è dunque un “semplice” frutto della terra, ma uno stereotipo dell’amore dei Sardi per le proprie origini e per la terra natia… A testimoniare questo senso di appartenenza, a Bortigali la Pro-Loco, in collaborazione con la delegazione regionale dell’ONAV, organizza annualmente una rassegna per premiare i migliori vini rossi degli abitanti che con animo, sentimento e passione si dedicano all’ardua impresa di estrarre dai loro vigneti la “bevanda di Bacco”. E così, a cavallo tra il 21 ed il 22 giugno, il paese è stato il teatro di questo importante appuntamento, giunto ormai alla sesta edizione. Un incontro che van ben oltre la “mera” premiazione dei vincitori, in quanto vuole essere per gli stessi un momento di confronto e di crescita personale, un’occasione per apprendere, seguendo le indicazioni dei professionisti del settore, i tecnicismi ed i segreti alla base dell’alchimia enologica. E di magia si continua a parlare quando, al termine, ci si riunisce attorno ad un must della gastronomia locale: la succulenta pecora bollita con patate, cipolle e pomodori secchi diventa così il pretesto di una sana e genuina convivialità.

Il tutto, rigorosamente abbinato a calici di cannonau, non sempre vinificato in purezza, ma di puro c’è il doppio legame che unisce i concittadini tra loro e questi alle proprie radici. Ed infatti, lontana dall’essere concepita come una competizione, l’iniziativa riesce nella valorizzazione dei prodotti autoctoni, degli usi e costumi di una regione che può fare della sua indubbia tradizione una potenziale leva di ripresa e sviluppo. Come dimenticare, infatti, i saperi tramandati di generazione in generazione che in questa terra trovano variegate interpretazioni? Dai pani delle ricorrenze sapientemente ricamati, agli ottimi savoiardi nelle differenti varianti del Pistokkeddas di Fonni e Bistoccos di Bortigali, passando per mallorreddus, lorighittas e ogni altra leccornia che l’isola può offrire.
Il binomio Sardegna-territoir è forse il motivo che la elegge – a ragione – ad ambita meta turistica…territoir che si esprime non solo negli inconfondibili caratteri marcati delle sue eccellenze, ma anche e soprattutto nella genuina ospitalità dei locali, nella loro gentilezza, nel loro saper accogliere i turisti e farli sentire “a casa” anche lontani dal Continente.

Photo credits

Manuela Mancino

La Sardegna metafora della vita: una terra che ti sorprende sempre

Cucine d'Italia consiglia