Beviamoci Sud a Roma

Dopo più di due anni torna uno degli eventi enogastronomici più attesi della Capitale: Beviamoci Sud a Roma, la kermesse dedicata ai grandi vini del Sud Italia, in scena il 14 e il 15 maggio all’Hotel Villa Pamphili.

Organizzato dall’agenzia Riserva Grande, in collaborazione con Andrea Petrini, blogger di Percorsi di Vino, e con il giornalista Luciano Pignataro, Beviamoci Sud a Roma si propone come obiettivo quello di promuovere esclusivamente aziende rappresentative delle varie aree vitivinicole del Sud, mantenendo al contempo uno standard qualitativo di alto livello.

Un’occasione unica, per appassionati wine lovers e operatori del settore, di poter degustare tutte le eccellenze vinicole di un territorio culla, da tempi immemori, di grandi vini dalla inconfondibile personalità, intrisi di storia, cultura e territorialità unica al mondo.

Il Sud Italia è infatti un’area ricchissima di vitigni nativi, terroir diversi, climi e tradizioni vinicole ben distinte, che vanta una predilezione naturale per la coltivazione di vitigni autoctoni, quali Nero d’Avola, Gaglioppo, Maglioppo, Cesanese, Greco Bianco, Primitivo, Aglianico, Nerello Mascalese, Cannonau, Malvasia Puntinata, Susumaniello, Bombino, Carricante, Fiano, Falanghina, solo per citarne alcuni.

Territori da considerarsi per la viticoltura a pieno titolo “felix”, pur con le dovute differenze, sin dall’antichità più remota, grazie all’estrema vocazione di suoli, pedoclima e posizione geografica. Quando si parla di vini di queste terre si considerano anche i nettari derivanti da suoli vulcanici, ricchi di fosforo, magnesio e potassio, da cui derivano prodotti minerali, dotati di freschezza, complessità e sapidità uniche.

Aree geografiche sulle cui coste approdarono Fenici e Greci a partire da XII sec. a.C., portando con sé i vitigni più pregiati, oggi gran parte del patrimonio ampelografico del Sud. Luoghi che, in seguito, prima gli Etruschi e poi i Romani resero celebri perché associati ai grandi vini del tempo, presenti su tutte le tavole della nobiltà che contava e resi degli status symbol ante litteram: si pensi ai vini Falernum, Caecubum, Taburnum, solo per citarne alcuni, osannati e raccontati anche da Plinio il Vecchio e da Virgilio. In seguito tale patrimonio si è arricchito dei vitigni introdotti grazie alle successive dominazioni subite nel corso dei secoli: si pensi ai vitigni giunti da Francia e Spagna, assieme ad Angioini, Aragonesi e Borbone.

Come se non bastasse, l’importanza anche storica dei vini del Sud si è ulteriormente arricchita grazie a una scoperta risalente a meno di due anni fa che, in parte, riscrive la storia della viticultura dell’intero Mediterraneo occidentale, attuata ad opera dei ricercatori dell’Università di Cagliari. Nel sito nuragico di Sa Osa (OR) sono stati ritrovati semi di vitis vinifera (riconducibili alle famiglie di Vernacce e Malvasie), risalenti a circa 3000 anni fa, a dimostrazione di come in Sardegna la viticoltura sia stata un fenomeno autoctono e non importato da Fenici e Greci.

Beviamoci Sud a Roma si propone dunque di diffondere ed evidenziare l’eccezionale valore enoico, storico e culturale di questi territori, attraverso banchi di assaggio e seminari mirati a valutare le diverse declinazioni territoriali del Sud. Grande importanza verrà data proprio ai seminari che avranno l’obiettivo di approfondire, tramite degustazioni orizzontali o verticali, le caratteristiche principali dei vari terroir e dei loro vitigni di elezione.

www.riservagrande.com

Beviamoci Sud a Roma

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