Anche la birra artigianale avrà la sua carta d’identità. In questi giorni, un documento firmato da Giuseppe Collesi, presidente della Fabbrica della Birra Tenue Collesi e portavoce della delegazione marchigiana, è arrivato a Montecitorio: si tratta di una sintesi in cui si propone la birra artigianale come brand sinonimo di qualità, in virtù non solo delle materie prime, ma anche, e soprattutto, del metodo di lavorazione.

La proposta è rivolta al Parlamento, in cui è in atto la discussione sul disegno di Legge C.3119 in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività di settori come l’agricolo e agroalimentare. Collesi sottolinea la necessità di una distinzione tra birra artigianale e birra industriale: nel primo caso, infatti, il processo produttivo deve escludere la pastorizzazione e la microfiltrazione, che inevitabilmente alterano il prodotto, impoverendolo delle sue proprietà organolettiche e nutrizionali. Nel caso della birra industriale, invece, pastorizzazione e microfiltrazione sono previste proprio in virtù della produzione massiva.

Altro punto di proposta riguarda l’indicazione sull’etichetta. Giuseppe Collesi afferma l’impensabilità di regolamentazione seguendo le disposizioni della Legge quadro 443/1985 per l’artigianato: «Questa legge si limita a definire l’impresa artigiana secondo il criterio della dimensioni, trascurando appunto fattori essenziali come qualità degli ingredienti e metodi di lavorazione». Si tratterebbe dunque di una distorsione normativa, in grado di creare confusione e penalizzare fortemente le aziende, incluse quelle di eccellenza.

Infine, focus sulla provenienza degli ingredienti primari. Nella proposta del birrificio Collesi si ribadisce come non si debba subordinare l’artigianalità della birra all’italianità di tutte le materie prime, in quanto il luppolo, fondamentale nella preparazione della birra, è poco coltivato in Italia e la sua presenza sul territorio è insufficiente per soddisfare tutti i birrifici nazionali. Una proposta, quella lanciata dalle Marche, che contribuisce così a far luce su un comparto sviluppatosi molto più rapidamente delle norme a sua tutela.