Cerchi di luce: le collezioni Italamp

Una affascinante collezione di lighting design dove domina l’elemento del cerchio, figura evocativa e ricca di significati: ecco le nuove e raffinate lampade firmate Italamp.

«Il cerchio, che fin dal logo abbiamo scelto come leitmotiv della nuova immagine Italamp, è un segno grafico che trasmette sicurezza ma anche dinamismo e trasformazione – afferma Roberta Vitadello, Executive Managing Director di Italamp – Questo elemento racchiude in sé simbolicamente sia il forte know-how e la tradizione della nostra azienda che le spinte e le energie innovative oggi rappresentate dalla terza generazione della nostra famiglia, che sta portando in azienda una nuova vitalità ed entusiasmo».

Tra i progetti di spicco del nuovo catalogo, Elsa, Adele, Ester, Regolo e Traccia, una serie di creazioni di Stefano Traverso che si caratterizza per la presenza di un incontro armonico tra l’elegante marmo calacatta oro e il cristallo e per un design pulito con linee rette, spazi ben definiti e forme geometriche, a richiamare un’estetica anni ‘70.

Elsa e Adele sono due lampade gioiello con struttura in marmo e diffusore in cristallo intagliato a mano: in Elsa il diffusore è incorniciato da una struttura in metallo con finitura oro chiaro spazzolato, mentre in Adele il diffusore ha una forma di cono rovesciato e viene sovrastato da un disco con finitura metallica oro chiaro spazzolato.

Ester è una preziosa lampada da tavolo con base in marmo, struttura in oro chiaro spazzolato e diffusore in cristallo intagliato a mano proposta nei colori melanzana e acidato.

Disegno essenziale la sospensione Regolo, dove una struttura lineare orizzontale con finitura champagne opaco e diffusore perimetrale è sovrastata da una sfera decorativa in marmo.

Traccia è una lampada da tavolo dalla forma totemica, con struttura in marmo e diffusore in metallo con finitura oro chiaro spazzolato, finish che viene ripreso anche nella base.

Spazio poi ad Antea, una lampada da lettura disegnata da Ilenia Viscardi e formata da una struttura minimale in metallo con finitura canna di fucile con due comodi piani d’appoggio in vetro fumè, dove torna la forma circolare, anche per le due fonti luminose affidate a sorgenti LED con doppia accensione. Progettata per accompagnare i momenti dedicati al relax, Antea richiama nella sua struttura la forma stilizzata di una capanna, simbolo primordiale di protezione e riservatezza, trasmettendo una sensazione di intimità, comfort e accoglienza.

Gilda, disegnata da Roberta Vitadello, è una lampada da tavolo dal disegno sofisticato: il suo aspetto richiama il design anni ‘50 con un incontro tra una base circolare importante e uno stelo fine e leggero – entrambi in metallo tinta corten satinato – che sostiene un diffusore a disco, dove il cristallo viene intagliato con una raffinata lavorazione artigianale per ottenere un particolare effetto scanalato sui profili.

Grand Collier, disegnato da Marc Sadler, è una lampada da terra con diffusore in vetro soffiato bianco, dove la materia vetrosa sembra farsi viva nelle curve e insenature che ricordano le decorazioni di un prezioso pendente.

Munetta e Martina, disegnate da Danilo De Rossi, sono delle lampade cordless che illuminano grazie a un diffusore interno in vetro bianco controllabile da un sensore touch. Il diffusore, a forma di cono rovesciato, è racchiuso da una struttura a campana in vetro soffiato rigato con finitura blu sfumato o rame, sovrastata da un dettaglio in cristallo che ricorda una goccia che si è posata sulla cupola.

Universale è una lampada da tavolo disegnata da Virginia Cei che si ispira alla forma di un calice, richiamando un ideale brindisi alla natura universale dell’amore. L’elemento è formato da una base cilindrica in metallo con finitura champagne opaco sormontata da una struttura in cristallo intagliato lavorato a mano che abbraccia un diffusore interno in vetro soffiato e satinato.

Menzione merita, infine, Enso, scultoreo chandelier disegnato da Roberta Vitadello e Stefano Traverso, caratterizzato anche stavolta dalla potenza evocativa del cerchio. Enso, che significa letteralmente “cerchio” in giapponese, è un concetto molto forte per il buddismo zen ed è simbolo dell’illuminazione, dell’infinito e dell’universo assoluto, ma è anche un metaforico specchio, rivelatorio dell’essenza dell’individuo che lo disegna ogni volta in modo peculiare. Enso si caratterizza per una struttura tubolare circolare che racchiude al suo interno un disco in metallo con finitura champagne opaco. L’anello esterno è realizzato in vetro artistico nero arricchito con pigmento avventurina dall’aspetto traslucido: questa particolare lavorazione è ottenuta con un processo artigianale molto delicato e antico, che dà al vetro l’aspetto di una pietra preziosa.

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