Bufalini, storica azienda toscana attiva nella ricerca e lavorazione del marmo e della pietra, partecipa alla Milano Design Week dal 6 al 12 giugno 2022 con la sua più recente ricerca tra design e materia all’interno del Circolo Filologico Milanese, nel cuore di Milano, a pochi passi dal Teatro alla Scala.
Con i suoi trecento anni di attività, Bufalini si inscrive nel solco della tradizione del marmo bianco di Carrara, declinato secondo un sapere e un know-how affinati dal tempo e dalla passione di quattro generazioni.
Le lavorazioni Bufalini colgono con sensibilità la ricca estetica del marmo, grazie a progetti diversificati nei vari ambiti con l’obiettivo di travalicare il confine architettonico della costruzione per restituire l’innata bellezza di questa materia.
La Sala Lettura al primo piano del Circolo Filologico Milanese ospiterà la collezione di vasi, ciotole e vassoi in marmo Drap, firmata dal designer Paolo Ulian. Il nome riporta la memoria a un drappeggio, corposo come un velluto o etereo come un lino, dalle estremità sfrangiate che impongono un’inedita leggerezza alla solidità del marmo.
Gli elementi sono realizzati con la tecnica Waterjet, grazie all’impiego di un getto d’acqua ad alta pressione, molto comune per ottenere intarsi e decorazioni da lastre di materiali lapidei di piccolo spessore.
La produzione, al contrario, prevede in maniera mai esplorata l’utilizzo di spessori di marmo più elevati, che arrivano a circa 20 cm, sui quali il Waterjet opera definendo figure concentriche di forme diverse: mentre il getto penetra in profondità emerge il profilo del vaso che perde progressivamente la finitura liscia e si caratterizza per un effetto zigrinato, come quello di una frangia, testimone della resistenza della materia all’intervento dell’uomo.
Quello che in origine sarebbe un difetto, nei vasi Drap viene volutamente amplificato, in un movimento virtuoso che valorizza il limite tecnico della macchina e dimostra come l’imperfezione a volte possa trasformarsi nella sorgente del bello, diventandone importante elemento formale. Da ogni piccolo blocco di marmo si ricavano cinque vasi, di diametri diversi, riducendo al minimo lo scarto di materiale rispetto alle lavorazioni consuete, in un’ottica di sostenibilità produttiva.
Paolo Ulian celebra il suo lungo rapporto con il marmo proprio attraverso l’attenzione al recupero di varietà meno nobili della materia, al riuso e all’ottimizzazione in fase realizzativa. I suoi progetti riflettono appieno questa visione che fa emergere ciò che è dimenticato e lo rende protagonista di una nuova vita e forma.