Cucina gourmet sui tetti di Roma: The Flair Rooftop Restaurant

Cucina gourmet sui tetti di Roma: The Flair Rooftop Restaurant

Un suggestivo angolo del gusto sui tetti di Roma, con vista mozzafiato sulla capitale: nasce The Flair Rooftop Restaurant, il nuovo format firmato Sina Bernini Bristol.

Fiore all’occhiello della compagnia alberghiera Sina Hotels dei fratelli Bernabò Bocca e Matilde Salvo Bocca, The Flair, situato sulla terrazza del Sina Bernini Bristol, rappresenta un ulteriore traguardo nella costante ricerca dell’eccellenza nell’accoglienza e nell’alta cucina, configurandosi come un progetto inedito e raffinato concepito per conquistare il pubblico romano e internazionale.

The Flair Rooftop Restaurant

Dal nome traspare già l’essenza stessa del concept: The Flair significa infatti talento, fascino, stile, eleganza, sensibilità ed equilibrio, tutte qualità che rispecchiano la cucina gourmet curata dal giovane chef di origini siciliane Alessandro Caputo.

Forte delle sue esperienze in Inghilterra al The Fat Duck dello chef tristellato Heston Blumenthal e a Le Gavroche dello chef Michel Roux Jr, 2 stelle Michelin, Caputo approda al Caffè Quadri di Venezia come secondo chef di Massimiliano Alajmo: qui apprende come avvicinarsi agli elementi con rispetto, mantenendo l’integrità, il sapore e la levità della materia prima.

The Flair Rooftop Restaurant

Il menù ideato da Alessandro Caputo segue la sua essenziale filosofia: l’ingrediente nel piatto deve rimanere incontaminato, trattato con rispetto ed esaltato con la giusta cottura e l’abbinamento equilibrato dei sapori in modo che possano esplodere in bocca in tutta la loro vitalità.

«Vorrei che alcuni dei miei piatti venissero assaporati a occhi chiusi per permettere di sprigionare tutta la loro potenza. – spiega lo chef Alessandro Caputo – Il mio menù degustazione si chiama “Buio” perché non viene svelato agli ospiti ma rivelato al tavolo man mano, in un susseguirsi di sapori che fanno sentire sulle montagne russe. Infatti, secondo la mia visione, i sapori sono esaltati non da un crescendo ma da una successione di continue variazioni e sorprese. Il mercato e la stagionalità danno il tocco finale».

The Flair Chef Alessandro Caputo rid

«Nel tempo, durante le mie tante esperienze in Europa, – continua Caputo – ho appreso e fatte mie le culture gastronomiche più importanti come quella spagnola, francese e inglese. Ognuna esprime metodi diversi di trattare il cibo, dai più semplici che rispettano le tradizioni culinarie come quella francese ai più complessi, come quelli della cucina molecolare derivata dalla rivoluzione di Ferran Adrià. Nessuno può ormai prescindere dal conoscere profondamente l’ampio paesaggio delle tecniche di cucina: ci tengo infatti a precisare che l’evoluzione in questo campo ha portato ad un maggior rispetto della materia prima, ovviamente senza mai arrivare ad esasperazioni. Quando sono tornato in Italia ho avuto il privilegio di essere parte della brigata di Massimiliano Alajmo, un grande, giovane maestro che ha chiuso il cerchio delle mie competenze. Oggi, qui al The Flair che ho l’onore di guidare, ho legato la conoscenza tecnica alle mie origini siciliane, al mio modo di essere molto minimalista, amante della semplicità, dei sapori genuini e il risultato è un menu fresco e ricercato al tempo stesso. Sono un instancabile lavoratore, passo ore a provare i miei piatti, a sperimentare nuovi metodi, alla ricerca di prodotti di alta qualità».

The Flair Rooftop Restaurant

Oltre al menù degustazione composto da 7 portate, la carta si articola su ispirazioni che partono dalla Sicilia, terra natia dello chef, ma attraversano anche varie regioni d’Europa. Lo chef accoglie i propri ospiti con piccoli piatti di benvenuto, armonizzando morbidezza e croccantezza, delicatezza e decisione, come per la crema di patate con tentacoli di polpo e polvere di alghe, i bon bon di baccalà con gelatina di cipolle rossa, il carciofo fritto con maionese di aglio selvatico.

The Flair Rooftop Restaurant

Tra i piatti da non perdere figura la “Non parmigiana“, una sorta di parmigiana scomposta, «un piatto da mangiare a occhi chiusi, in quanto la vista può ingannare», come sostiene lo chef: al posto della classica ricetta viene proposta una versione innovativa in cui la mozzarella è ridotta in sottilissime striscioline di sfoglia su cui poi vengono disposte crema di melanzane, fiocchi di melanzane fritte, ristretto di pomodoro, basilico e olio in polvere. Il tutto si arrotola e gusta in un sol boccone.

Tra le portate più raffinate da assaporare il Manzo Marango cotto a bassa temperatura per 52 ore  e passato nel carbone vegetale, servito con piccole verdure di stagione, o ancora il Gambero crudo e foie gras, pane croccante, aria di bisque e gelèe al limone.

The Flair Rooftop Restaurant

Spazio poi ai dessert, con la tradizione siciliana come fonte primaria di ispirazione: dalla coulis di frutti rossi con spuma di mandorla, essenza di pino e cialda al mandarino, chiamata “Il frutteto e il bosco”, alla mousse al cioccolato con gelato alla mandorla e croccante al succo di arancia.

Al The Flair, infine, è possibile anche pranzare, con la possibilità di scegliere tra piatti realizzati con ingredienti stagionali e di optare per diverse formule, tra cui “Fuori in 30 minuti”, perfetta per un rapido lunch di lavoro.

www.sinahotels.com

Cucina gourmet sui tetti di Roma: The Flair Rooftop Restaurant

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