La meraviglia della natura esplode nelle espressioni di luce in vetro di Marc Sadler, vere e proprie installazioni che segnano il debutto di Gritti, nuovo brand dell’azienda veneziana Sylcom.
Riferimenti al mondo vegetale, minerale e animale si ritrovano nelle otto entità luminose, quasi organismi viventi che raccontano una simbiosi tra l’espressione poetica e la macchina tecnica, rileggono un materiale nobile e antico con la lente del design, sperimentano soluzioni innovative, spesso mutuate da altri settori, in cui l’high-tech si sposa con la bellezza del vetro.
La luce vibra in questi oggetti che si caratterizzano per il loro segno creativo e formale ma non nascondono la loro anima funzionale, ideati per rappresentare una lettura nuova nel mondo del vetro tradizionale in cui le sorgenti come le strutture, spesso a vista, sono importanti quanto il vetro, in un inedito equilibrio progettuale tra luce e materiale.
A definire la poetica di Gritti il designer Marc Sadler, con il suo talento di essere allo stesso tempo trasversale tra le discipline e approfondito sulle diverse specializzazioni, la conoscenza dei materiali, la capacità di trasferimento tecnologico.
I progetti speciali di Sadler per Gritti emozionano per la loro bellezza e allo stesso tempo tracciano un percorso di sviluppo perché sono pensati per esprimere un impiego inaspettato del vetro, applicando particolari sistemi di realizzazione con un approccio che riorienta il progetto tecnico verso l’art-design, in un processo inverso rispetto alla tradizione del vetro artistico.
Le installazioni traducono il know-how di una storica azienda made in Venice che lavora il vetro secondo la cultura muranese, rigenerata grazie a un’azione di workers buyout, che non solo l’ha rilanciata ma ha anche avviato un percorso d’impresa completamente nuovo: oltre alla magia creativa, quello che si percepisce infatti è un “modo di fare” in cui la competenza esecutiva e l’arte millenaria del vetro soffiato sono contaminate dal linguaggio espressivo di un grande designer che non ha paura di esplorare strade non note.
Actinia
L’attinia che vive nelle profondità marine si traduce nel corpo centrale di Actinia, da cui si dirama in modo concentrico un’alternanza di aste in fibra di vetro, come fossero i suoi tentacoli: alcune aste terminano con un fiore in vetro soffiato, una piccola presenza di luce, altre sono più lunghe e più sottili con lo scopo di aumentare il dinamismo del segno. Il nucleo della grande sospensione risulta volutamente risplendente grazie ai numerosi led integrati, per trasmettere la sensazione di un’esplosione di luce.
Dolomia
Dolomia ricorda la pietra sedimentaria, un monolite in vetro che contiene una stratificazione di cotisso (pezzi di vetro soffiato rimasti da altre lavorazioni): questi frammenti residuali prendono vita grazie alla luce in un dégradé di colore che dal trasparente passa al bianco e si fa via via sempre più acceso. La luce è diffusa da sei fiori in vetro soffiato, piccole “meduse tecniche” a batteria che illuminano tutto il monolite e attraversano il cotisso, dando grande profondità alla luce.
Grus Grus
Uno specchio leggermente inclinato crea l’illusione di raddoppiare i tre anelli di diametro crescente verso l’alto, che evocano la formazione in stormo della gru migratrice presente nella laguna. Un linguaggio quasi surrealista che aggiorna il classico lampadario veneziano, dove ognuna delle componenti è ridisegnata attraverso piccole invenzioni.
Nepenta
Il fiore simile a un’orchidea è il riferimento per la sospensione organica, formata da una rete metallica completamente rivestita da una moltitudine di fiori e di anelli in vetro in diverse sfumature di rosso, che compongono una sensuale texture tridimensionale. Ogni sospensione è attraversata da uno speciale corpo luminoso che rimane totalmente invisibile e diffonde la luce in tutte le direzioni.
Pelagia
Grandi coni di vetro soffiato blu si intersecano in un punto centrale, legati insieme attraverso una soluzione appositamente progettata. La luce posizionata all’interno di ogni cono è molto intensa e corre verso l’esterno lungo il vetro sfruttandone la trasparenza. La sospensione sembra così fluttuare come la medusa che abita la laguna e il mare Adriatico.
Thypa
Un bouquet “rovesciato” formato da un insieme di canne che terminano ognuna con un fiore: la soluzione di legatura messa a punto per raccordare i due elementi, entrambi in vetro soffiato, è inconsueta e innovativa per accentuare il rimando naturalistico della sospensione. La doppia fonte emana la luce in verticale lambendo le canne ambrate e contemporaneamente permette ai fiori bianchi di illuminarsi generando un delicato bagliore tutto attorno alla circonferenza.
Tritia
La conchiglia del mollusco presente nella Laguna di Venezia ispira il disegno della gabbia metallica, che segmenta il perimetro di un volume geometrico irregolare, dove ogni faccia è formata da una sequenza di canne in vetro soffiato in diverse dimensioni e sfumature di verde. La sospensione è illuminata dall’interno da un’importante doppia fonte a led, una orientata verso l’alto e l’altra che proietta un fascio di luce potente verso il basso: l’intersezione tra le canne e l’alternanza con i vuoti lascia a vista il “motore” luminoso, in una scultura che interpreta la tecnologia al servizio della tradizione del vetro veneziano.
Vivarium
Un’intera collezione botanica, un erbario fatto di vetro trasparente e colorato in cui foglie, fiori e arbusti si trasformano in silhouette luminose leggere e trasportabili. Nelle diverse versioni, tutte progettate per funzionare a batteria ricaricabile, questi elementi naturali si impregnano della luce originata dal fascio potente che sale dalla base, o si illuminano grazie alle piccole sorgenti posizionate alle estremità.