Il consumo di vino in Cina: crescono i numeri e la qualità nella scelta

Il consumo di vino in Cina: crescono i numeri e la qualità nella scelta

La rapida espansione del mercato vinicolo cinese degli ultimi anni ha determinato una sensibile crescita del consumo di vino in Cina, attestando il gigante asiatico come il più grande consumatore di vino in Asia e tra i top 5 nel mondo, ma anche un incremento dell’interesse verso i prodotti di alta gamma.

Stando ai numeri rilasciati dal China Wine Associations Alliance, infatti, risulta che la Cina ha importato fino a 746 milioni di litri di vino nel 2017, con una crescita di quasi il 17% rispetto all’anno precedente, rendendo il paese il mercato in più rapida ascesa e il quinto in tutto il mondo.

Consumo di vino in Cina

Evolvono, inoltre, anche le abitudini legate al consumo di vino di qualità, soprattutto tra i giovani cinesi, che dimostrano di preferire i nettari occidentali, tra cui i grandi vini italiani.

Dati destinati a crescere, come dimostra l’osservatorio Vinitaly-Nomisma, secondo cui l’aumento complessivo di importazioni cinesi di vini sarà pari al 6% annuo fino al 2022 e del 7,5% per quanto riguarda le etichette italiane.

Consumo di vino in Cina

Un bacino di potenziali consumatori da conquistare, specie nell’ambito della cosiddetta Millennial Generation e della giovane popolazione femminile, che rappresenta ben il 50% dei consumatori di vino importato del paese, amanti dei prodotti d’eccellenza, scelti per la qualità e la raffinatezza incarnate.

L’Italia, in particolare, segna nel paese asiatico un +34,7% dell’export: il Belpaese si attesta, infatti, al quarto posto tra i principali produttori che vendono vino ai cinesi, superando la Spagna e fatturando oltre 30 milioni di euro tra gennaio e febbraio 2018.

Consumo di vino in Cina

Ma i margini per le cantine italiane sono ancora enormi: per questo sono tante le iniziative messe in atto dal Belpaese per promuovere la cultura e il consumo di vino in Cina, come i recenti roadshow del vino italiano promossi da Vinitaly e i corsi di formazione “I love italian wines” di ICE-Italian Trade Agency per promuovere la conoscenza degli oltre 500 vitigni italiani.

Sempre in quest’ottica si colloca il recente accordo siglato dal Ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio con il gigante dell’e-commerce Alibaba, orientato alla vendita ai cinesi dell’autentico made in Italy.

Consumo di vino in Cina

«Vogliamo stringere accordi – ha detto Centinaio – con tutte le grandi aziende di e-commerce, come Amazon e Alibaba, dove l”italian sounding’ vive e si autoriproduce, e andremo a scovare quelli che fanno l’italiano ‘tarocco’. Con Alibaba ci sarà la possibilità di aprire una strada diversa all’agroalimentare italiano».

Altri accordi, ha preannunciato Centinaio, riguarderanno anche il vino: «Siamo quelli che producono più vino in Europa – ha notato – ma nei mercati emergenti siamo lontani rispetto ai nostri competitor, come i francesi. Dobbiamo imparare da loro: nelle missioni all’estero portavano i parlamentari con gli imprenditori, con accordi già fatti, e hanno promosso il ‘sogno’ del vino francese. Oggi il nostro obiettivo è quello di recuperare rispetto a loro».

Consumo di vino in Cina

Un passo importante considerando anche il primato della Cina nelle vendite online di vino e spiriti, come emerge dal rapporto dell’IWSR, International Wines and Spirits Record, dal titolo “A strategic roadmap for alcoholic beverages”, un mercato dal valore complessivo di 6,1 miliardi di dollari, quattro volte quello statunitense.

Il rapporto rileva che con più di 770 milioni di utenti Internet, il colosso asiatico vede una crescita annuale degli acquisti online di alcolici pari al 15%. Un mercato concentrato su due player, Tmall e JDcom, detentori del 70% delle vendite.

Consumo di vino in Cina

Anche in Italia il business è in crescita. Il player principale resta Italian Wine Brands, seguito da Tannico che muove un milione di bottiglie l’anno e ha registrato 11 milioni di fatturato nel 2017, con la previsione di arrivare a 18 quest’anno.

Nelle vendite online è il vino a dominare, con una quota oscillante tra il 60 e il 70%.

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