Il Marroneto: una passione chiamata Brunello di Montalcino

Il Marroneto: una passione chiamata Brunello di Montalcino

Una passione nata oltre 40 anni fa, nell’incantevole borgo medievale di Montalcino, in un’antica torretta del 1200 anticamente adibita all’essiccamento dei marroni, dalla quale si domina con lo sguardo la città di Siena e la Val d’Orcia: qui sorge Il Marroneto, una delle più importanti aziende produttrici di Brunello di Montalcino.

Il Marroneto

Fondata nel 1974 da Giuseppe Mori, padre dell’attuale proprietario Alessandro, Il Marroneto inizia la produzione di Brunello durante i primi anni di sviluppo della Montalcino vinicola, sette anni dopo la nascita del Consorzio, in quel podere posizionato sotto la chiesa dedicata alla Madonna delle Grazie, da cui prenderà il nome la località in cui la famiglia Mori impianterà il primo vigneto, sul versante della cittadina che guarda a Nord.

Il Marroneto

«Sono anni pioneristici. – ricorda Alessandro Mori – La nostra famiglia non proveniva dal mondo del vino e, inizialmente, nessuno avrebbe pensato di farne il lavoro della propria vita».

Azienda Il Marroneto

A determinare le sorti de Il Marroneto fu l’incontro due grandi nomi dell’enologia italiana e, in particolare toscana, come Mario Cortevesio e Giulio Gambelli, che diede nuovo impulso alla passione unica della famiglia per la produzione del pregiato Brunello: da quel momento, vendemmia dopo vendemmia, l’amore per la vigna cresce di pari passo alla qualità dei vini realizzati, tanto da indurre Alessandro, inizialmente impegnato nelle attività di avvocato e vigneron, a dedicarsi completamente alla seconda professione.

Il Marroneto

«Ogni lunedì tornavo in studio, ma la mia mente era continuamente impegnata altrove, pensavo al vigneto, a cosa avevo fatto durante il fine settimana e a cosa avrei dovuto fare. – spiega il titolare dell’azienda – La mia vita era diventata la vigna e io, con lei, riuscivo ad esprimere me stesso».

Il Marroneto

Dalla prima annata vinificata, nel 1976, alla prima imbottigliata nel 1980, fino ad oggi, la storia del Marroneto e quella di Alessandro vanno di pari passo. Ogni annata rappresenta un percorso fatto di amore e passione, condotto con orgoglio, portando la tenuta a trasformarsi in uno dei punti di riferimento imprescindibili della produzione del Re Brunello, grazie all’opera di ampliamento della cantina avvenuta negli anni Novanta e alla filosofia produttiva tradizionale e poco interventista sulle viti.

Azienda Il Marroneto

«Io mi sento un vignaiolo – spiega Mori – cioè tra coloro i quali vedono nell’uva la fine del lavoro e che in cantina cercano di proteggere il più possibile ciò che la terra ha dato loro. Non mi sento invece un “manipolatore”, cioè una persona per la quale l’uva è l’inizio del lavoro per “piegare” la natura alla sua volontà».

Il Marroneto

Per Alessandro, infatti, tutto parte dalla gestione del vigneto: le viti di Sangiovese sono trattate il minimo indispensabile evitando produzioni intensive. La densità è circa di 3300-3400 piante a ettaro, permettendo così di non nutrire il terreno e lasciare che ogni anno la vigna trovi il sostentamento necessario nei minerali portati direttamente dalla pioggia. Inoltre, ogni pianta ha a disposizione circa 3,6 metri quadrati per consentirne un buon radicamento.

Azienda Il Marroneto

«Per conferire azoto al terreno – racconta – facevamo il famoso “sovescio” con favino e per dare nutrimento ai terreni aridi o limacciosi, davamo lo stallatico. In quest’ultimo caso dovevamo stare attentissimi alle quantità e non usare mai concimi più freschi di tre anni (fermentati in concimaie), perché potevano conferire al vino un profumo tipico di incenso che allora chiamavano “sapor di sacrestia”».

Azienda Il Marroneto

Ogni step, dalla piantagione, alla raccolta, all’imbottigliamento, è eseguito con la massima cura e attenzione, nel pieno rispetto della tradizione di Montalcino, ma con una spinta innovativa in grado di dar vita a vini eleganti e complessi, adatti alla meditazione.

Azienda Il Marroneto

La selezione in vigna è una delle operazioni fondamentali, come spiega lo stesso Alessandro: «Passiamo a selezionare l’uva anche 4 o 5 volte in un anno, sempre entro luglio, prima della vendemmia. L’uva che riteniamo meritevole rimane sulla pianta gli ultimi due mesi. La lotta contro i parassiti e le malattie della vigna avviene prima di tutto attraverso la prevenzione. La scelta del sistema di allevamento selezionato in base all’osservazione del microclima e quindi della piovosità, e anche una potatura che consenta l’arieggiamento dei grappoli, riduce di molto l’aggressione delle muffe».

Azienda Il Marroneto

«Al momento della vinificazione – conclude il titolare de Il Marroneto – l’uva arriva in condizioni ideali. Non aggiungiamo né lieviti selezionati, né sali nutritivi, né enzimi di fermentazione, né tannini in polvere di qualsiasi tipo e assolutamente non pilotiamo le temperature. Tutto è naturale. Un’uva curata non ha bisogno di niente».

Azienda Il Marroneto

Un processo complesso e impegnativo dal quale nascono le tre perle prodotte da Il Marroneto: Brunello di Montalcino Selezione Madonna delle Grazie DOCG, Brunello di Montalcino Il Marroneto DOCG e Rosso di Montalcino Ignaccio DOCG.

Il Marroneto

Pregiato vino da meditazione, il Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie nasce da una particolare selezione di uve raccolte nella vigna storica del Marroneto, a due passi dalla chiesa da cui prende il nome. Le uve Sangiovese maturano su terreni sabbiosi e ricchi di minerali, rivelando una notevole aromaticità. La vinificazione avviene in tini di rovere di Allier, mentre per l’invecchiamento sono impiegate grandi botti di rovere da 25 quintali, in grado di preservare i profumi naturali del nettare, proteggendolo dall’aggressione del legno.

Il Brunello diventa tale dopo 5 anni, considerando anche i 10 mesi di affinamento in bottiglia, presentandosi come un prodotto di notevole spessore, ricco di profumi e dal grande impatto in bocca, perfetto come vino da meditazione, in cui alla piacevolezza del Sangiovese si unisce la complessità tipica dei grandi vini.

Il Marroneto

Profumo piacevolmente fruttato e speziato per il classico Brunello di Montalcino Il Marroneto, vinificato in vasche d’acciaio e invecchiato in botti di rovere. Vino elegante e al contempo strutturato, sapido e lungamente persistente, si concede volentieri ad abbinamenti con piatti di carne, in particolare selvaggina.

Il Marroneto

Giovane a audace, il Rosso di Montalcino Ignaccio chiude l’eccellente collezione di vini firmati Il Marroneto. Tradizionalmente nasce dal declassamento del Brunello annata, con caratteristiche del tutto simili al Brunello stesso, ma diverso nella complessità. Si tratta infatti di un Brunello giovane, in cui risaltano freschezza e profumi: il nettare prevede un invecchiamento in botti di rovere per 22 mesi  e un affinamento in bottiglia per altri 6 mesi, rivelando un perfetto connubio tra semplicità e complessità. Potente e corposo, ma anche piacevolmente fresco ed elegante al palato, è perfetto da gustare in abbinamento a carni rosse e formaggi stagionati.

www.ilmarroneto.com

Il Marroneto: una passione chiamata Brunello di Montalcino

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