Impossibile raccontare sensazioni

La Maremma Toscana di Tenute Costa

foto (8)Un progetto che sboccia nel 2008 con l’intento di unire il valore delle parole “singolare” e “plurale”, sintetizzanti la realtà di Tenute Costa. Per Andrea e suo figlio Luca essenziale è il concetto di multiterritorialità: i territori come oggetto di partenza e punto di arrivo, una filosofia comune, ma vitigni completamente diversi tra loro, in modo che il vino impari a farsi capire e riconoscere in ogni parte del mondo.
La Maremma è la casa di TerrediFiori, una delle aziende dei Costa: siamo nel sud – ovest della Toscana, in un mondo incontaminato, dove le vigne di Sangiovese e Cabernet Sauvignon guardano al Mar Tirreno, distante appena 4 km, e sono sovrastate dal Parco Naturale dell’Uccellina. Una natura profumata e rigogliosa, che viene sfruttata al massimo grazie all’idea della pala eolica maremmana, utile a sviluppare l’energia necessaria al vino.

foto sere2Qui a Ventaio, nel comune di Grosseto, i 31 ettari vitati sono incentrati sulla produzione del Sangiovese, uva che richiede interpretazione e capacità di lettura. La tradizione locale toscana, rivista da TerrediFiori, presenta come protagonista più giovane il Morellino di Scansano, facilmente apprezzabile per la sua vivacità fruttata, il floreale di violetta, la buona voce balsamica, i tannini dolci e l’eccellente tenuta acida.

foto sereA Gavorrano, invece, il terreno rossastro e la temperatura più fresca alimentano le ineccepibili qualità di Acanto, cuvée dei migliori grappoli dell’azienda. L’assemblaggio di Sangiovese e Cabernet Sauvignon subisce un affinamento di 6 – 8 mesi in legno di rovere francese, per poi riposare in bottiglia dai 90 ai 180 giorni. Ne risulta un volto fruttato più maturo, toni erbacei e selvatici, cassis su fondo di tostatura, cannella, pepe e noce moscata. Un vino che va ascoltato per qualche secondo: attacca imperioso, di polpa, muscolare, ed esibisce la sua totale maturità fenolica, per poi cedere il passo all’acidità, che diviene la colonna vertebrale dell’impianto gustativo. Il finale rimane fresco e piacevole.

La natura maremmana è ciò che viene fuori dal bicchiere, parallelamente alla volontà di fondere insieme i profumi, il sole e la creatività.

Serena Zerilli

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