L’Italia primo produttore mondiale di pasta

L’Italia è il leader mondiale nella produzione, esportazione e consumo di pasta.

L’Italia protagonista assoluta a livello globale nell’industria della pasta, 1 piatto di pasta su 4 è tricolore e arriva a 3 su 4 in Europa, nonostante la produzione interna di grano duro non superi il 4% del frumento, mentre la restante quota è coperta da grano tenero impiegato per i prodotti da forno.

Con 3,7 milioni di tonnellate, l’Italia si pone al primo posto nella produzione mondiale di pasta, pari al 22,3% della produzione totale, secondo un’analisi condotta dall’Area Studi Mediobanca. Sul podio, a pari merito, con 2 milioni di tonnellate, Turchia e Stati Uniti.

L’Italia è anche il principale esportatore di pasta con 2,1 milioni di tonnellate che valgono il 43% del totale, davanti alla Turchia con 1,3 milioni di tonnellate. Esportazioni più che triplicate in 25 anni: si parla di un +210%, che rappresenta poco meno del 62% della produzione. Si registra un aumento del 6,4% dei Paesi destinatari, pari a circa 200, ma si confermano come principali interlocutori Germania, Regno Unito, Francia, Stati Uniti e Giappone. Ottime performance si riscontrano anche tra i mercati emergenti, in testa Arabia Saudita con +51%, a seguire Polonia con +25% e Canada +20%.

Quasi un quarto dell’esportazione nazionale è coperta dalla sola regione Campania.

Un altro primato assoluto dello stivale è dato dal consumo annuo pro-capite di pasta: 23 kg , di cui 19,8 kg pasta secca e 3,4 kg pasta fresca. Al secondo posto la Tunisia con 17 kg, seguita dal Venezuela con 15 kg e dalla Grecia con 12,2 kg.

La leadership italiana dipende soprattutto dalla produzione di grano duro, simbolo dell’agricoltura tricolore, che sfiora i 3,8 milioni di tonnellate, ovvero il 12% della produzione mondiale. Alle spalle del Canada, con il 15% del totale, nonostante un sensibile calo della produzione, e della Turchia con 4,3 milioni di tonnellate, e un export record di 1,7, 8 volte superiore rispetto l’anno precedente, ora fermo per tutelare il mercato interno. La regione dove si concentra maggiormente la produzione di frumento è la Puglia, con il 23,2% del totale nazionale.

Nonostante sia la principale coltura nazionale per estensione, poco meno di 1,3 milioni di ettari, l’Italia non è autosufficiente: si rivolge quindi per l’approvvigionamento principalmente ai mercati canadese, francese e greco, che insieme soddisfano i due terzi del nostro import. Con il 6,4% del totale mondiale, pari a 1,9 milioni di tonnellate, l’Italia è il quarto maggiore importatore di grano duro.

Le regioni della pasta

La Campania è la prima regione per export di pasta, con il 24,4% del totale delle esportazioni nazionali. Qui si concentra il 19% della produzione totale del paese, con il 13% dei pastifici italiani. Al secondo posto, l’Emilia-Romagna con il 20,4% delle esportazioni totali e una produzione del 18% della pasta italiana, con l’8% dei pastifici nazionali.

La Sicilia, nonostante ospiti il maggior numero di mulini in Italia il 36%), attesta la sua produzione di pasta solo al 7%, mentre le esportazioni raggiungono appena lo 0,4%. Va inoltre sottolineato che la Puglia è la regione leader nella produzione di grano duro con il 23,2% del totale nazionale.

Inoltre, l’Italia sembra essere divisa in due parti in base al tipo di pasta prodotta. Infatti, mentre quasi il 60% dei siti di produzione di pasta secca si trovano nel Centro e nel Sud del paese, oltre il 90% dei siti di pasta fresca si concentrano nel Nord Est e nel Nord Ovest.

Il 95% circa della produzione italiana è costituita da pasta secca contro il 5% della pasta fresca.

I prezzi della pasta

Circa tre quarti delle vendite passano attraverso la grande distribuzione (GDO), dove i prodotti a marchio del distributore rappresentano il 35% del totale, permettendo un risparmio del 25% sulla pasta fresca e del 15% sulla secca. Tuttavia, nel 2022, l’aumento dell’inflazione ha riguardato anche questo settore, con un incremento medio dei prezzi al consumo del 17,4%, quasi il doppio, +9,3%, rispetto all’intero comparto alimentare.

Nel primo trimestre 2023 il prezzo medio della pasta nella GDO si attesta, secondo le elaborazioni dell’Area Studi Mediobanca su dati Nielsen IQ, come segue:

  • 2,6 euro/kg (5,28 euro/kg per la pasta fresca e 1,97 euro per quella secca)
  • 1,75 euro/kg per la pasta di semola
  • 2,53 euro/kg per la pasta integrale, farro, kamut e base legumi
  • 2,90 euro/kg per il cous cous
  • 3,38 euro/kg per gli gnocchi
  • 5,46 euro/kg per la pasta senza glutine

Area Studi Mediobanca

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