La filiera europea del riso unita contro la crisi del settore

La filiera europea del riso unita contro la crisi del settore

Una normativa più equa per l’importazione del riso extracomunitario: è chiara la richiesta presentata ai rispettivi Ministeri dell’Agricoltura da parte dei Paesi europei produttori di riso. Riuniti a Milano per discutere della crisi della filiera europea del riso, i rappresentanti di Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Francia, Bulgaria e Ungheria hanno concordato su quanto l’abolizione dei dazi di importazione dai paesi meno avanzati, tra i quali Cambogia e Myanmar, abbia nei fatti comportato una grave riduzione del settore europeo del riso, che annualmente produce 1,8 milioni di tonnellate per un fatturato annuo di circa 3 miliardi di euro.

filiera europea del riso indica

In Europa, l’Italia è il maggior produttore di riso, con i suoi 234 mila ettari dedicati, 4265 aziende e 100 industrie risicole, per un fatturato annuo pari a 1 miliardo di euro. E se si pensa che oggi il 50 per cento di riso consumato nell’Unione Europea deriva da prodotti di importazione che per i 2/3 non pagano i dazi, è evidente l’entità del danno alla filiera europea del riso.

“Negli anni scorsi era solo l’Italia a protestare, ma a Milano è stato creato un fronte compatto di tutti i Paesi europei che producono riso e la Commissione non potrà non ascoltare”, spiega Paolo Carrà, Presidente dell’Ente Nazionale Risi.

filiera europea del riso - risaie italiane

“La superficie UE coltivata a riso Indica è crollata del 40% e quella coltivata a riso Japonica aumentata del 14%, con un grave squilibrio di mercato per entrambe le tipologie di prodotto. Per di più la cosiddetta liberalizzazione dei dazi non ha certo favorito i produttori asiatici bensì le multinazionali asiatiche che sfruttano i Paesi più poveri aprendo in loco stabilimenti di trasformazione. Per l’Italia che fa del riso un suo prodotto importante e del risotto un piatto tipico conosciuto nel mondo è necessario ristabilire le regole del mercato”.

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La richiesta alla Commissione Europea da parte dei produttori e trasformatori di riso riguarda il riconoscimento effettivo della qualifica di sensibilità del comparto riso, che consentirebbe di non applicare concessioni alle importazioni di riso da Paesi extra comunitari; la rimozione degli ostacoli che impediscono l’effettiva applicazione della “clausola di salvaguardia” nei confronti delle importazioni dai Paesi Meno Avanzati.

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I paesi europei chiedono inoltre di stabilire regole reciproche sia tra gli Stati membri dell’UE sia tra i gli Stati membri dell’UE e i Paesi Terzi, in ambito fitosanitario e in ambito commerciale, per favorire un mercato trasparente nel rispetto dei diritti sociali e dei lavoratori. Altro punto riguarda il mantenimento della qualifica di “specificità” del settore riso nell’ambito della prossima pianificazione della Politica Agricola Comune e, infine, l’attuazione di campagne promozionali finanziate con fondi comunitari per incrementare il consumo di riso coltivato nell’Unione europea.

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