L’acrobata del vino

Il Carso interpretato da Edi Kante

Dicono di lui che riesca a compiere vere e proprie acrobazie tra le sue vigne, esecutore di giochi pirotecnici in ambito enologico, oltrepassando, a volte, il limite, mantenendo costante l’obiettivo di raggiungere un maniacale equilibrio nei suoi prodotti.
Il Carso rappresenta un campo di battaglia per le viti, che si trovano a dover lottare di giorno in giorno con il terreno roccioso, calcareo, plasmato dall’atmosfera, dal mare e dal vento.
L’azienda di Edi Kante comincia proprio da qui, tra l’Adriatico, i Balcani, le Alpi e la Pianura Friulana. Tutto nasce dal tatto, dal lavoro delle mani, dalla sconfinata passione di una famiglia che è riuscita a trasmettere la sua stessa devozione al proprio figlio.
foto2Parliamo di un vino “secondo natura”, che prevede trattamenti zolfo – rame, raccolta tardiva e vinificazione tradizionale. Ovviamente, per realizzare tutto questo, ci vuole una cantina idonea e quella dell’azienda Kante è decisamente all’altezza: direttamente realizzata dalla roccia carsica, si colloca in una cavità naturale di forma circolare e ha la particolarità di avere una temperatura progressivamente decrescente.
Il pioniere dei vini del Carso ci propone una Malvasia Istriana di grande carisma, dai riconoscimenti olfattivi molto nitidi, quali un fruttato di pesca bianca, sbuffi ammandorlati e vanigliati, oltre alle tipiche sensazioni aromatiche del vitigno. L’assaggio è vibrante, incentrato sulla parte sapida, coinvolgente nella persistenza.
Scontrosi come la terra da cui sono generati, testardi e spavaldi come Edi Kante, ma è proprio dalla sofferenza della vigna che si ottengono le interpretazioni più eccelse.

foto4Serena Zerilli

L’acrobata del vino

Cucine d'Italia consiglia