Un viaggio attraverso la storia del successo di un architetto e imprenditore italiano diventato un punto di riferimento per il design contemporaneo dagli anni Ottanta fino ad oggi: Metodo Cappellini. Il Sogno declinato, a cura di Francesca Serrazanetti ed edito da Mondadori Electa (192 pagine, € 35,00), narra il percorso trentennale di Giulio Cappellini attraverso appunti, immagini e aneddoti.
La grande maestria dell’architetto italiano affonda le radici nella sua capacità di far dialogare nelle proprie creazioni elementi apparentemente distanti, quali processo industriale, recupero della tradizione artigianale, ricerca tecnologica sui materiali e materie prime naturali. È questo il bagliore, il punto di inizio di una lunga storia di iconici oggetti di design firmati Cappellini, realizzati attraverso un inedito criterio di analisi della storia del disegno industriale e dell’approccio al progetto.
«Questo libro è una sintesi delle mie esperienze, sogni, progetti, realizzazioni nel mondo del Design. Uno zibaldone di ricordi personali, incontri straordinari, creazione di oggetti e di idee», ha raccontato Giulio Cappellini in un’intervista rilasciata a Collezioni Uomo. «Ma non è un punto di arrivo. Il punto di domanda (in copertina) apre a nuove prossime risposte sulle frontiere del Design e del design Made in Italy». A metà strada tra un diario personale e un’enciclopedia tradizionale, Metodo Cappellini. Il Sogno declinato ha l’apparenza di un lemmario in cui parole, nomi e concetti sono ordinati secondo uno schema logico, ma libero.
Il piano di lettura è trasversale e attraversa l’identità di un’azienda lungo un progetto culturale ampio, incontri con talenti all’epoca sconosciuti e con creativi già affermati, luoghi della creatività firmata Cappellini e prodotti che hanno fatto la storia del marchio. Parole e immagini si fondono in un percorso tra oggetti e ritratti, sogni e quotidianità: il Metodo Cappellini definisce così una matrice di lettura che racconta la complessità della cultura del design.