Progetto C.A.C.C.A., una particolare realtà

Incuriosisce, ad alcuni può indurre indignazione, può far sorridere, sicuramente è la novità del momento in ambito stretto di “cultura del cibo”: l’acronimo C.A.C.C.A. sta per Centro di Arte Contemporanea sulla Cultura Alimentare, ed è una nuova galleria d’arte di appena 22 metri quadrati inaugurata a Bologna il 23 Settembre scorso, in via Solferino, da Ludovico Pensato e Alessandra Ivul, membri del collettivo artistico nato a Berlino.

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Tutto nasce dal progetto Panem et circensem che nel 2014 ha vinto il concorso Iperbole. Panem Et Circenses è definito come un progetto di ricerca che attraverso il linguaggio del cibo dialoga con tutte le forme di espressione artistica. Il suo punto di partenza è una lettura socio-antropologica del cibo come cultura.
L’ interesse del collettivo  da cui C.A.C.C.A. ha preso vita si concentra principalmente sull’indagine delle relazioni che si creano attorno al cibo e all’atto del mangiare: quelle tra le persone che condividono una situazione o una dinamica che ruota in un loop costituito dalle azioni del  consumare, preparare, produrre alimentazione. Ma anche dalle relazioni che intercorrono tra le persone, il cibo e il contesto in cui si attuano.

Non si tratta però solo di un progetto mirato alla promozione dell’arte ma anche di letteratura e formazione: per il 2016, il Panem et circensem si legherà al tema dell’utopia, in occasione del 500seimo anniversario dell’omonimo libro di Thomas Moore.

Partendo dal principio che il food design è nella sua globalità una disciplina che nasce dal connubio tra cibo e design, l’intenzione degli ideatori di C.A.C.C.A. è di proporre un’esposizione di «eat design», dove la cultura del cibo incontri l’arte contemporanea. Può sembrare strano, ma un prodotto alimentare nasce da un vero e proprio progetto, con fasi ben determinate: ricette, attrezzature, oggetti per la preparazione e presentazione, aspetti progettuali, ideazione dell’alimento dalla sua forma al packaging, comunicazione e pubblicità. Il percorso espositivo parte dalla proiezione di un filmato sul cibo. Poi, a ogni visitatore viene chiesto di formulare una domanda sul cibo e scriverla sul facsimile di una banconota, che finisce nella «cassa» della galleria. Nei mesi a seguire tutte le domande aperte saranno rivolte a chef, artisti, nutrizionisti invitati nella galleria.

Lo spazio di via Solferino, dichiara l’assessore all’economia e alla promozione della città Matteo Lepore, è “un attivatore della comunità che deve stimolare i cittadini a mettersi in campo e sperimentare”.

Alessandra Ivul , una dei creatori del progetto sostiene che “Il domandare è la pietanza del pensiero- continua il creatore del progetto – perciò noi mostriamo sempre ai nostri ospiti un video che parla di cibo. Poi chiediamo loro di scrivere di getto la prima domanda che gli viene in mente dopo la visione del filmato. Se il pubblico viene coinvolto, si sente parte di quello che è mostrato e ricorderà meglio il messaggio”.

Ma lo spazio di via Solferino sarà anche luogo di progettazione commerciale per aziende e istituzioni e quindi non solo galleria d’arte, ma più propriamente galleria di produzione, aperta alla collaborazione con altri artisti. Uno spazio che apparentemente sbeffeggia la cultura tradizionale del cibo e dove con il cibo stesso non si scherza affatto!

Alla pagina facebook della galleria troverete tutte le date degli eventi e le news

M.M.

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