In Calabria ,come in tutte le regioni dell’Italia Meridionale, la Musica ha avuto un ottimo rapporto con l’arte della buona cucina.
Perché? La risposta è semplice.
Dagli umili pranzi e cene delle famiglie contadine – che si svolgevano d’inverno nell’interno delle case vicino al focolare e fuori in primavera e in estate – fino a quelli delle famiglie medio borghesi, la musica, con il suono degli strumenti tipici come organetto, fisarmonica, accompagnamento di chitarra, ha sempre coronato i vari momenti del pranzo e della cena, partendo dall’attesa fino alla consumazione, aggregando tutti i commensali al canto , nonché al ballo di fine degustazione.
Il repertorio era basato esclusivamente sulle canzoni folk.

La cosiddetta “Musica colta” infatti ha egregiamente contemplato quanto suddetto.
Nella “Danza Campestre”, composizione per pianoforte di Francesco Cilea di Palmi in provincia di Reggio Calabria (autore di celebri melodrammi) , l’autore ha evocato il momento in cui alcune giovani fanciulle in costume offrono, danzando ai commensali i prodotti della terra.
Nella Tarantella finale della Suite per banda “Terra Bruzia”, composta nel 1935 da Salvatore Guzzi di Cosenza, si rappresenta il momento finale dei pranzi e cene in famiglia, in cui i commensali, per digerire i diversi cibi degustati, ballano allegramente.
Oggi purtroppo, con l’avvento di nuovi tipi di musica (tecno,rock ,pop,etc…) si sono perduti questi bei momenti di aggregazione familiare. Questi si possono trovare soltanto nelle sagre paesane, organizzate dai comuni e che trovano nelle persone una straordinaria affluenza ed adesione.
Restano tuttavia gli appassionati del genere tradizionale e i cultori della materia che si sono dedicati anche ad approfondire le ricerche sul tema della musica legata agli avvenimenti popolari, come nel caso del Festival della Lyra Calabrese a Spilinga dove i suoni melodici accompagnano banchetti a base di specialità mediterranee. Un ritmo, coinvolgente ed appassionante quello della Lyra, che sta crescendo e che spinge gli spettatori a danzare, tanto da divenire quasi portavoce della Calabria in Italia e nel mondo.
Mario Pio Amico
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