Mixology d’autore: a Napoli apre The Lodge

A metà tra speak easy e gentlemen club, apre a Napoli The Lodge, un nuovo tempio della mixology d’autore, situato al piano inferiore del palazzo che ospita anche il ristorante 1 stella Michelin Aria.

Il nuovo concept dal nome emblematico, che richiama la via, Loggia dei Pisani, con il suo soffitto a volte e l’atmosfera da club londinese, rimanda a un abbazia sconsacrata, un luogo senza tempo, ricco di atmosfera e classe.

Pavimento in pietra, sotto le volte, le cripte in legno scuro, l’allure quasi austera: The Lodge è stato pensato sin dall’inizio come un secret bar. Lo spazio rettangolare si divide in due stanze arredate con divani, tavoli e cuscini disposti sui lati di ciascun ambiente, tagliato da un corridoio centrale che aumenta la profondità dello spazio. Dall’ingresso della sala si scorge, in fondo, il bancone del bar: unico punto colorato di verde inglese, con bottiglieria in ferro sapientemente illuminata. Frutto di studio appare subito l’illuminazione sui lati delle sale, caratterizzata da punti luce disposti alle spalle dei mobili in legno.

La loro luce è proiettata sulle pareti ad arco che consentono la creazione di una atmosfera d’insieme soffusa e calda, accentuata dai lumiere disposti sui tavolini. Ad attendere gli ospiti una carta di signature cocktail con nomi di grandi personaggi storici: da Alessandro Magno a Cleopatra, da Pitagora a Cristoforo Colombo. Per ciascuno di loro è presente un racconto e una storia, riprodotti nei disegni di un giovane artista napoletano e che rimandano agli ingredienti e alle tecniche di mixology impiegate. Per ciascun drink, inoltre, è stato selezionato un bicchiere ad hoc, perfetto per racchiudere il cocktail e per esaltarne la degustazione.

«Di solito partiamo proprio dal personaggio, per poi costruire un cocktail che lo rappresenti fedelmente, anche se alcune volte capita il contrario ovvero di partire dalla creazione di un drink da abbinare a un personaggio», spiegano i due bartender Mirko Maurello e Giuseppe Pisaniello, entrambi giovani ma con prestigiose esperienze alle spalle. Maurello si è fatto le ossa alla Soho House e al The Library Bar di Londra, poi al Bulk di Milano e a Il Locale di Firenze, mentre Pisaniello viene da scuole come quella di Andrea Fiore e Matteo Di Ienno, a Il Locale a Firenze e di Manu Iturregi in Spagna.

Al The Lodge, in paring con i cocktail, sono serviti stuzzichini salati oppure elementi di piccola pasticceria, a cura dello chef di Aria Paolo Barrale, concepiti per esaltare gli originali e intriganti signature drink della carta, come quello dedicato ad Anita Garibaldi a base di Fat Wash Cachaca Sagatiba in Olio di Cocco, tintura dei noccioli d’oliva, la cui polpa invece è utilizzata per la cialda decorativa e tintura di Sedano disidratato ottenuto dagli scarti della cucina.

«Giochiamo con questa unione di sapori inusuale, cocco, olive e sedano. La provenienza di Anita ha ispirato naturalmente l’utilizzo della Cachaca brasiliana. Sia per l’utilizzo del nocciolo che per il sedano, si è partiti da un concetto antispreco e di utilizzo dei materiali di scarto della cucina di Aria. Per il sedano, infatti, la parte più dolce, ovvero quella interna, viene disidrata per la tintura, mentre le foglie, componente più aromatica e un po’ amara, vengono utilizzate per la produzione di una polvere che andrà a completare il cocktail».

Nel Van Gogh invece il nesso che lega drink e personaggio è nella presentazione estetica del cocktail nel suo bicchiere: un guscio d’uovo aperto, prodotto esclusivamente per The Lodge dalle ceramiche Bhumi, con sopra una decalcomania del cielo stellato di Van Gogh. «Per questo drink abbiamo pensato a un flip (drink spumoso a base di uova) – spiega Maurello – perché sono quelli che vanno un po’ più fuori dagli schemi e non sempre facili. Il colore si presenta giallo intenso, abbinato al bicchiere di un Savory Vov a base di uovo, zucchero, distillato di nocciole e sherry. Il formaggio ottenuto dal caglio del latte di mandorle, viene successivamente speziato con polvere di cardamomo nero e noce moscata».

Fresco e fruttato è invece l’Alexandre Dumas, realizzato con kombucha di melograno ed estratto di melone giallo chiarificato, mentre vira su note dolci e speziate il Carlo Magno. Quest’ultimo ha una base di Wild Turckey e Ginger honey, con buccia di lime lattofermentato, cialda di isomalto e disco ghiacciato di miele al ginger (oppure sorbetto di miele al ginger); a terminare viene versato sulla preparazione del bourbon alla carruba.

www.the-lodge.it

Mixology d’autore: a Napoli apre The Lodge

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