Tutte le forme del vino. La bottiglia

Ogni bottiglia di vino ha la sua forma e la sua storia. Colore, linee e resistenza variano a seconda dell’origine e del compito da assolvere.

Ai tempi dei romani il vino veniva conservato nel legno e servito in anfore di terracotta, la lunga permanenza nel legno ne influenzava fortemente la qualità. Solo nel 1660, quando in Inghilterra Sir Kenelm Digby brevettò una bottiglia panciuta molto più resistente di quelle già esistenti, il vetro divenne il materiale ottimale per la conservazione del frutto della vite. L’applicazione del vetro rivoluzionò il mantenimento e il trasporto del vino, finalmente le qualità organolettiche potevano essere preservate per 4 o 5 anni, senza subire alterazioni.

romani vino

Presto l’uso della bottiglia si diffuse oltre Manica, i francesi ne realizzarono di forme e dimensioni ben precise adatte alla conservazione dei grandi vini di Bordeaux, Borgogna e Champagne. Nacquero così la bottiglia bordolese, borgognona e champagnotta.

Nel 1775 in Germania Scholoss Joannesberg, grande vignaiolo e cantiniere, studia per i delicati vini del Reno una bottiglia sottile e molto slanciata, la Renana.

In Italia già alla fine del’600  viene forgiata a Poirino -Torino – la Poirinetta  da una delle prime vetrerie per la produzione di bottiglie, ma bisognerà aspettare l’inizio del settecento con l’Albeisa, prodotta nelle vetrerie di Altare ed Acqui, per avere una più larga diffusione .

Il formato classico di una bottiglia da vino ha una capacità di 0.75 litri e le dimensioni e i volumi delle bottiglie presenti sul mercato sono multipli o frazioni di questa misura. Le bottiglie hanno denominazioni specifiche spesso in relazione alla misura della loro capacità. Alle grandi bottiglie sono stati attribuiti nomi di importanti re delle antiche civiltà medio orientali, si parla per i vini spumanti di Jéroboam – primo re del regno di Israele dal 930 al 909 a.C. ­– per una bottiglia dalla capacità di 3 litri, pari a 4 bottiglie da 0,75 litri, di Mathusalem – patriarca biblico antidiluviano, figlio di Enoch e nonno di Noè – per l’equivalente di 8 bottiglie da 0,75 litri pari a 6 litri

formato bottiglie

La dimensione della bottiglia influenza l’affinamento e la conservazione del vino, più è grande la bottiglia più la quantità di ossigeno in rapporto al vino contenuto sarà minore con conseguente rallentamento del processo ossidativo.

La champagnotta, entrata in uso nella regione Champagne, è stata studiata per contenere vini spumanti. La caratterizza un vetro di forte spessore per sopportare la notevole pressione interna generata dalla presenza di anidride carbonica e un fondo conico pronunciato per distribuire la pressione in modo che non ne causi la rottura. Quindi è stato escluso un fondo piatto perchè, essendo saldato, a un minimo aumento di pressione salterebbe. Il colore della bottiglia è solitamente verde scuro, per impedire ai raggi ultravioletti di attraversare la bottiglie e innescare delle precipitazioni acide nel vino.
Una variante è la champagnotta prestige cuvée, dalla linea elegante, leggermente più bassa dell’originale, con pancia e cercine più accentuati, per prodotti di particolare pregio come  grandi champagne, spumanti e millesimati.

forme vini

La borgognona o borgognotta, originaria della Borgogna, venne inizialmente utilizzata per i vini bianchi e rossi della Cote d’Or.  Forma conica, irregolare e abbastanza panciuta, con la spalla un po’ pronunciata per ostacolare la fuoriuscita dei depositi. La colorazione varia dall’ambra al verde scuro, il nero è riservato a pregiati vini rossi a lungo invecchiamento.

L’alsaziana, prende il nome dalla regione dell’Alsazia e ospita quasi esclusivamente vini bianchi.
La renana, lunga e snella, è usata in prevalenza per vini bianchi, quali Sylvaner, Riesling, Gewurztraminer o Traminer, privi di tartaro e sali minerali, quindi senza depositi. Motivo per cui, come l‘alsaziana, manca di spalla in prossimità del collo e il fondo può essere piatto. Solitamente si presenta di colore verde chiaro o incolore, salvo quando viene destinata ai vini Mosella in cui assume un colore verde ambra chiaro.
Particolare, ma sempre priva di spalla pronunciata è la bottiglia ad anfora, tipica della Provenza e frequentemente usata in Italia per vini bianchi a base Verdicchio.

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Nella regione di Bordeaux prende forma la bordolese, la bottiglia più utilizzata sia per i rossi che per i bianchi. Ha forma cilindrica regolare, collo corto e spalla molto pronunciata per ostacolare la fuoriuscita di eventuali residui solidi durante la mescita. A seconda del vino che ospiterà, assumerà sfumature di colore diverse. Per i bianchi sarà quasi trasparente, verde per i rosati e i rossi giovani ed infine ambra per i rossi da lungo invecchiamento.

Una versione usata per bianchi e rossi di maggior pregio e per la prima etichetta dell’azienda è la bordolese a spalla alta conosciuta anche come bordolese golia

L’albese, prende il suo nome dalla città di Alba, nelle Langhe piemontesi. La sua forma ricorda una Borgognona con la spalla più pronunciata. Dal vetro scuro, viene impiegata, ancora oggi, quasi esclusivamente per vini rossi: Barolo e Barbaresco su tutti.

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La pulcianella, legata tradizionalmente al vino Orvieto, oggi poco utilizzata in Italia fatta eccezione per alcuni vini passiti liquorosi della Locride, è tipica degli Armagnac in Francia.

In ultimo il fiasco, nato in toscana intorno al XIV secolo, è ormai in disuso. Caratterizzato da una forma quasi sferica avvolta dal vimini, solitamente trasparente o verde chiaro, viene utilizzato sempre meno a causa dei suoi costi.

Come ogni amante predilige il suo vino preferito, ogni vino privilegia la sua bottiglia. L’affinamento, è parte fondamentale del processo di vinificazione, solo quando è rispettato, il vino riesce a esprime appieno, in tutta la sua complessità.

Arianna Pedicini

 

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