“..e se ne andò con il caffè in tasca.. food design da favola!”

C’ era una volta un omino che non andava in ufficio al mattino senza avere bevuto il suo caffè

un giorno la sveglia non suonò si preparò in fretta e furia ma non trovava né tazze né tazzine, così per non arrivare in ritardo rimase senza caffè!

Mai più si disse!
cominciò a pensare e ripensare, aveva tante idee ma non tutte si potevano realizzare, allora si mise
al suo tavolo da disegno con matita e squadra.
cominciò a disegnare un cioccolatino piccolo da un sol boccone, dalla forma bombata,pensò “così
lo sciolgo contro il palato, “attento al millimetro” pensò “sennò ci metto troppo tempo a
scioglierlo ! Dentro poi gli faccio un cuore di caffè”..ma il caffè è un liquido e può sciogliere prima
di me il cioccolatino!” allora chiese consiglio al suo amico chimico che gli preparò un succo di
caffè con tanto tanto zucchero in modo da non sciogliere le pareti di cioccolato.
E così giorno dopo giorno stesse misure stessi ingredienti stessa forma l omino e tutti i suoi amici
si ritrovarono sempre il caffè in tasca e non fecero mai più tardi in ufficio.
Questa è la favola del pocket coffe!

Ma Questo è food design! Un’ idea che nasce per rispondere ad un esigenza, frutto di studi di
progettazione, replicabile sempre uguale, fatta con materiali edibili o per la materia edibile.

E il food designer è quella figura (all’interno di un’azienda) capace di dialogare con le altre figure
che ruotano intorno al pianeta cibo: dal chimico, all’ allevatore, dal costruttore all’ esperto marketing
dal grafico allo chef.

il food design è sotto i nostri occhi e nella nostre pance da tempi insospettabili come testimonia la
Food Design Story Box con dieci pezzi cult dal “caffè tascabile” allo spaghetto Barilla dal 1816,
dalla mitica gomma del Ponte Brooklin, resine vegetali tramutate in chewingum dal 1848, al
Nestcaf dal 1939 , nato per risolvere esigenze di conservazione, dall’intramontabile Nutella dal1964,
peccaminoso esempio di Food Engineering , alle Pringles, patatine ergonomicamente perfette per
stuzzicare le papille gustative giuste e non sbriciolarsi nel loro Tubo dal 1967

 

Se non vi bastasse passiamo agli esempi più attuali come il Moscardino ,lo Street Food Mobile Tm, il tonno con la sua la linguetta easypeel, il gelato Grom, il format CioccolatiItaliani. Perchè Food Design vuol dire progettare il luogo dove viene consumato il cibo, il modo in cui viene consumato ( Experience Design) , il suo involucro (Packaging), la sua stessa forma ( EdibleDesign), l’importante è che sia sempre e solo il prodotto alimentare a restare il vero soggetto protagonista da cui scaturiscono tutte le scelte.

 

Sara Costantini

“..e se ne andò con il caffè in tasca.. food design da favola!”

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