“Five Roses Club 1943”: splendido winebar firmato Leone de Castris

Settant’anni…eppure così giovane. Giovane in quel suo color rosa cerasuolo, giovane nel suo saper narrare la storia di una famiglia e nel suo saper essere un intramontabile simbolo della Puglia nel mondo. Il Five Roses della Leone de Castris è questo e molto altro: emblema del deteriorato panorama italiano degli anni Quaranta, imprescindibile compagno di incontri conviviali, protagonista di innumerevoli brindisi. E, dal 28 giugno 2014, solido pilastro del winebar ideato dalla famiglia che gli diede i natali, nello stesso paese in cui vide gli albori.

Era il 1943 quando, in una regione occupata dagli alleati, Piero Leone Plantera – con il supporto della moglie Maria Luisa de Castris di Lemos – riuscì nell’improbabile traguardo della vendemmia. Ma soprattutto, riuscì nella battaglia personale di rinvigorire il triste chiaroscuro della nostra nazione in quegli anni con i brillanti colori del primo rosato d’Italia imbottigliato. Ed infatti, forse per il desiderio di immortalare in una bottiglia il proprio coraggio, oppure di custodirne il ricordo nel tempo, l’inarrestabile imprenditore si fece pioniere del primo impianto di imbottigliamento in Puglia. E nacque così il Five Roses, l’emblema – più che “mero” frutto della vendemmia – di un uomo, di un’epoca, di un territoir, di un’inconsueta intraprendenza. Ed è proprio l’intraprendenza uno dei caratteri dominanti nei cromosomi della famiglia Leone de Castris che mira a fare del locale di nuova apertura un punto di riferimento di appassionati ed estimatori della storica etichetta.

Il rispetto verso la generosa terra in cui affonda le radici il prezioso Negroamaro del Five Roses, il senso di devozione nutrito per il paese in cui la Cantina venne fondata nel lontano 1665, giustificano la decisione di inaugurare a Salice Salentino il primo “regno” degli affezionati del rosato per eccellenza.

La peculiare cura riservata ai dettagli, oltre a confermare il senso iniziale di convivialità ed eleganza, testimonia come – nella Leone de Castris – nulla sia lasciato al caso, ma dettato da rigore e sentimento. Ed è la passione ad illuminare lo sguardo degli “artefici” del progetto, quando chiamati a spiegare la filosofia di un locale polifunzionale così concepito. Si coglie, dunque, tutto l’ardore che anima la famiglia nel voler mantenere vivida ed indelebile l’immagine di un “figlio”, per evitare rimanga una semplice fotografia di un bellissimo album di ricordi, forse destinata ad essere sbiadita dal tempo. Un ruolo quasi di “istantanea”, che mal si attaglia ad un vino che di “poco carico” ha solo il colore e ad una famiglia che ha sempre difeso i propri ideali e lottato per raggiungere i propri traguardi.

Lungi dall’essere inteso come un puro compiacimento della lunga tradizione, il winebar di Salice Salentino rappresenta il primo passo di un percorso di divulgazione della cultura che si cela dietro al mito del Five Roses. Ed infatti, l’idea di farne una location privilegiata di confronto, incontri tematici ed approfondimenti di diverso tenore si affianca all’intento di dedicare al famoso rosato d’Italia, nei principali mercati esteri, un intero locale oppure un corner all’interno di talune enoteche.

five roses storico

Come il rosato insegna che vino e vita vivono di sfumature, così anche il concept del club del Five Roses si inquadra in questa logica “fuzzy”, nella quale le numerose gradazioni di grigio costituiscono l’essenza del savoir faire e savoir vivre. Ed allora, si comprende lo stile di un ambiente a metà strada tra il limite di creare un mero ritrovo del bere di qualità ed il lusinghiero fascino di eleggerlo a “tempio” di sole memorie, che sarebbe tuttavia scaduto in un inutile esercizio di stile. Ecco, pertanto, definita la veste ideale del winebar, adeguata ai tempi scanditi da nuove necessità, nelle quali il voler ritrovare ad ogni sorso lo spaccato di un’epoca si confonde con  il desiderio di lasciarsi emozionare dal racconto di un vino ambasciatore del Made in Sud per antonomasia.

Conferma l’elevato valore intrinseco della mission, l’intervento del Dottor Vespa che, presente all’inaugurazione, ha espresso un sentito apprezzamento per il nobile intento della famiglia Leone de Castris di creare un forte legame tra tradizione ed innovazione, tra passato, presente e futuro. È d’obbligo infatti parlare di nuovi orizzonti quando si pensa ad un’azienda dinamica, capace di regalare ad appassionati, turisti ed estimatori un luogo in cui i vini diventano protagonisti di abbinamenti a piatti curati dall’attento gastronomo. Di nuove sfide si tratta, poi, quando si pensa all’obiettivo di arricchire l’immagine aziendale, mediante l’istituzione di un Club che permetterà ad operatori e ai “cultori” di divenire fan ufficiali del Five Roses ed essere di continuo aggiornati su eventi e novità.

A garanzia dell’elevata qualità e del curato stile dell’offerta la firma di una “dinastia” da secoli maggiore interprete di un territoir del quale riesce a decifrare potenzialità, segreti e prossime tendenze. Una famiglia in grado di suggellare tutto questo in bottiglie che diventano, così, custodi e testimoni di un’alchimia inimitabile da gustare sino in fondo, ad ogni sorso. Da soli o in compagnia.

Photo credits

Manuela Mancino

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