Food culture: eating by design.

Come sarà il cibo del futuro?

Come sosteneva Feuerbach in una famosa opera del 1862 “L’uomo è ciò che mangia”. Ingurgitando cibo lo facciamo nostro, diventa parte di noi, non ne traiamo solo le qualità nutritive necessarie a sostentarci ma tutto ciò che esso è e che rappresenta. Negli ultimi decenni però gli unici interessi che abbiamo nei confronti del cibo è che costi poco e che riduca al minimo il dispendio di energia per prepararlo. Ne stiamo perdendo completamente il contatto. Ma se non sappiamo cosa mangiamo, chi siamo? Il cibo non da solo nutrimento ma è carico di valori culturali, sociali, etici e morali. Ma come si può parlare di cultura del cibo se non sappiamo nemmeno da dove viene?

Food culture: eating by design” è una mostra in cui design e arte si permeano ed esplorano le connessioni con il food dal punto di vista più profondo del suo significato: le sue origini e i suoi sviluppi futuri. Fotografie, modellini, stampe ma soprattutto cibo. L’intento è quello di portare alla luce i problemi che affliggono il sistema alimentare odierno, proponendo un’alternativa per un futuro migliore. Dimostra come la consapevolezza e la responsabilità dei singoli siano le uniche chiavi di un possibile cambiamento.

La maggior parte delle volte tendiamo a dimenticare quanto ogni aspetto della produzione alimentare, dall’agricoltura al supermercato, sia altamente “progettate”.

Un’enorme quantità di buon cibo viene scartato solo perché non rispondente ai parametri industriali. È da qui che parte “Mutatoes”, progetto di Uli Westphal, in cui il cibo salvato dal bidone diventa opera d’arte. In questo caso l’artista vera e propria è Madre Natura che si esprime con variazioni deformi di frutti, ortaggi e radici che vengono scartate solo in base alla non conformità con i parametri estetici classici.

Molti progetti portano alla luce l’insostenibilità della produzione di carne, ma uno in particolare propone una nuova ed affascinante proposta per il suo consumo nel futuro: la carne in vitro. Il progetto proposto da James King, “Dressing the meat of tomorrow: MRI steak”,  è un’inconsueta bistecca che ha l’intento di ricordarci da dove proviene la carne che mangiamo. Una risonanza magnetica scansiona le interiora di alcuni animali e gli esempi di anatomia più interessanti vengono utilizzati per creare stampi per la carne in provetta.

E se non siete abbastanza stupiti sui cibi del futuro, pensate che la FAO sta studiando come immettere sul mercato occidentale gli insetti come nuova fonte proteica sostenibile!

Andrea Calubini

 

 

Food culture: eating by design.

Cucine d'Italia consiglia