L’azienda Paolo Cassini e la sfida dell’oliva Taggiasca

L’azienda Paolo Cassini e la sfida dell’oliva Taggiasca

A Isolabona, in provincia di Imola, è attiva un’azienda agricola di eccellenza che da tre generazioni produce olio extravergine di oliva di prima qualità. Si tratta dell’azienda Paolo Cassini, specializzata nella coltivazione di uliveti di varietà Taggiasca.

paolo cassini oliva taggiasca

Su otto ettari di terreno, l’azienda coltiva 1400 alberi, con una produzione media annuale di 50 quintali di olio extravergine di tre diverse tipologie: lo S’ciappau monocultivar Taggiasca, l’olio base, più tipico, con  sentori di mandorla e carciofo, lo S’ciappau Gran Cru monocultivar Taggiasca, più fruttato e leggermente superiore qualitativamente, e l’Extremum Cru monocultivar Taggiasca, l’olio di punta.

paolo cassini oliva taggiasca

La scommessa dell’azienda agricola Paolo Cassini sta nel rilancio della varietà Taggiasca attraverso quest’ultima tipologia di olio, permettendo così alla Liguria la scalata verso il top della categoria fruttato leggero.

Una scommessa che può dirsi vinta, almeno stando ai tanti riconoscimenti prestigiosi ricevuti: dal Primo Premio dell’Ercile Olivario, al Primo Premio dell’Aipo D’Argento, passando per il secondo premio nel trofeo Oscaro Oil World Records, nonché primo premio nel fruttato medio al concorso Master Of Olive Oile International Competition 2016. Non mancano poi menzioni speciali conferite da Gambero Rosso, Sol d’Oro 2016, Orciolo d’Oro e Flos Olei, che ha decretato la Paolo Cassini Agricola tra le migliori 20 aziende di olio extravergine d’oliva al mondo.

paolo cassini oliva taggiasca

L’Extremum Cru monocultivar Taggiasca abbina una delicatezza e un fruttato particolari in grado di distinguerlo dai comuni Taggiasca: si tratta infatti di un olio extravergine erbaceo, dall’amaro e dal piccante ben distinti, con una personalità non comune.

Per ottenere queste qualità di olio, l’azienda agricola Paolo Cassini si forgia di un moderno frantoio che lavora a due fasi senza aggiunta di acqua durante l’estrazione dell’olio, non producendo residui e recuperando totalmente gli scarti di lavorazione: il nocciolo delle olive viene infatti utilizzato come combustibile, mentre la polpa è impiegata nella produzione di biogas. Il frantoio lavora anche per conto terzi, consentendo anche a piccoli produttori di produrre oli di alta qualità a uso familiare o commerciale.

L’azienda Paolo Cassini e la sfida dell’oliva Taggiasca

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