Limoni d’autore

“Conosci tu il paese dove i limoni fioriscono e nel verde dei fogliami, fulgon le arance d’oro?”

(Johann Wolfgang von Goethe)

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Campania, una regione nota per innumerevoli risorse e bellezze locali, fra le quali spicca uno dei prodotti tipici del comparto agricolo che ormai è diventato simbolo del territorio: il limone. Ogni strada, edificio, piazza, giardino vi parla di limoni…

Il limone campano si distingue in due varietà:  “limone di Sorrento” e “limone della costa di Amalfi”. Due varietà a dir pco storiche e che segnano non solo una traccia nelll’enogastronomia, ma la cui influenza si percepisce osservando i particolari delle zone in cui questi limoni vengono prodotti; ogni angolo nasconde un dettaglio “al gusto di limone”! Decorazioni, simboli, oggetti in cui il limone viene richiamato in tutta la sua bellezza e nei suoi sgarganti colori.

Ma vediamo di conoscere meglio le due varietà di limone. 

Il “Limone di Sorrento” IGP è quello che caratterizza il prodotto della penisola sorrentina  e di alcune isole vicine.

Caratteristiche

Presenta una forma ellittica e simmetrica, dimensioni medie-medio grosse ed un peso non inferiore ad 85 grammi. La buccia è di spessore medio di colore giallo citrino. La polpa è di colore giallo paglierino, consucco abbondante con elevata acidità. La zona di produzione del “Limone di Sorrento” di cui al presente disciplinare comprende parte del territorio dei comuni di: Vico Equense, Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello, Sorrento, Massa Lubrense, Capri e Anacapri.
La penisola sorrentina inizia dal versante est con il comune di Vico Equense e prosegue verso ovest con i comuni di: Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello, Sorrento e Massalubrense. Confina, nel suo insieme, a nord col mar Tirreno (golfo di Napoli), a est con i comuni di Castellammare di Stabia (Napoli) e Positano (Salerno), a sud e ad ovest ancora col mar Tirreno. A ovest della penisola, a circa 3,5 miglia da Punta Campanella, è ubicata l’isola di Capri.

Cenni storici

Di origini antiche, se è vero che la presenza di limoni nell’area sorrentina è certificata da documenti storici del 1500, il Limone di Sorrento IGP ha in effetti antenati genetici che risalgono addirittura all’epoca romana. Su numerosi dipinti e mosaici rinvenuti negli scavi di Pompei ed Ercolano sono raffigurati limoni molto simili agli attuali “massesi” e “ovali sorrentini” che testimoniano l’utilizzo di tali frutti profumati sulle mense dei nostri avi latini.
Le più importanti testimonianze sulla presenza dei limoni nella zona risalgono all’epoca rinascimentale. Atti di vendita, dipinti, trattati di letteratura e di botanica ci raccontano dell’impiego dei limoni prodotti localmente per i più svariati usi, anche se dobbiamo attendere il 1600 per avere la certezza della coltivazione in forma specializzata, come risulta dagli atti dei locali Padri Gesuiti. Ancora oggi esiste uno dei primi fondi coltivati, nominato appunto “Il Gesù”, situato nella Conca di Guarazzanno, tra Sorrento e Massalubrense. Questa testimonianza avvalora la tesi che è proprio da questi due comuni della penisola sorrentina che hanno avuto origine i nomi delle varietà da cui si trae il prodotto: “Ovale di Sorrento” e “Massese”.
Citato nelle opere di Torquato Tasso, nativo proprio di Sorrento, Giovanni Pontano e Giambattista della Porta, il Limone di Sorrento IGP arriva fino all’800, quando lo storico Bonaventura da Sorrento ne testimonia la spedizione in tutto il mondo, soprattutto attraverso i bastimenti diretti verso l’America.

Area di produzione

Per la delimitazione dei confini, sono state utilizzate le carte I.G.M. 1:25.000 ricadenti sui fogli:
n. 184 Punta Orlando, II S.E.;

n. 196 Sorrento, I N.E.;

n. 197 Positano, IV N.O.;

n. 196 Isola di Capri, I S.O.

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Il nome della varietà Sfusato Amalfitano che dà luogo alla Indicazione Geografica Protetta “Limone Costa d’Amalfi”, racchiude due caratteristiche importanti: la forma affusolata del frutto, da cui il termine “sfusato”, e la zona in cui si è venuto, col tempo, a differenziare: la Costiera Amalfitana.

Caratteristiche

Il nome della varietà Sfusato Amalfitano presenta una buccia di medio spessore, di colore giallo particolarmente chiaro, con un aroma e un profumo intensi grazie alla ricchezza di oli essenziali e terpeni (carattere ritenuto di pregio per la produzione del liquore di limoni). La polpa è succosa e moderatamente acida, con scarsa presenza di semi. E’ inoltre un limone di dimensioni medio-grosse (almeno 100 grammi per frutto). Da studi recenti dell’Università degli Studi di Napoli Federico II si è venuti a conoscenza che questa varietà di limone è tra le più ricche in assoluto in acido ascorbico, la nota vitamina C.

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l “Limone Costa d’Amalfi” IGP è considerato, commercialmente, un prodotto di eccellenza, sia per il mercato del fresco che per la produzione del celebre “limoncello”, che qui come a Sorrento e a Capri ha trovato la sua area di elezione. La coltivazione tipica a terrazzamenti, lungo i versanti acclivi della Costiera, con la copertura delle piante attraverso le famosissime “pagliarelle” (oggi sostituite dalle più pratiche reti ombreggianti), contribuisce a conferire quelle caratteristiche uniche e di pregio ai limoni camapani e a rendere famosi nel mondo i caratteristici giardini.
La raccolta avviene più volte l’anno, per il fenomeno tipico nei limoni del polimorfismo, anche se la produzione di maggior pregio si ottiene nel periodo primaverile-estivo, compreso tra marzo e fine luglio.

Cenni storici

In Costiera Amalfitana la presenza di limoneti in epoche antiche è stata dimostrata da numerosi documenti storici. Furono gli Arabi, nel corso della loro espansione e delle loro conquiste, che introdussero il limone in Spagna e in Sicilia e da qui in Campania. Ma la vera diffusione del limone, nell’area di Amalfi, avvenne soprattutto grazie all’accertata necessità di disporre di questo frutto a seguito della scoperta della sua grande utilità nella lotta allo scorbuto, la malattia dovuta a carenza di vitamina C, di cui gli agrumi sono notoriamente ricchi. Per gli amalfitani, popolo famoso di navigatori, era determinante poter disporre, sulle proprie navi, di scorte abbondanti di questo prezioso frutto. Già nell’XI secolo, la Repubblica Amalfitana decretò che a bordo delle navi ci fossero sempre provviste di tali frutti.
Dal 1400 al 1800 altissima fu la richiesta, anche da parte di altri Paesi, soprattutto nord-europei, di limoni amalfitani, proprio per il loro impiego nella lotta allo scorbuto. Matteo Camera scrive, a tal proposito, nel 1600, di limoni “…che da Minori venivano trasportati via mare verso altri mercati italiani, assieme a limoncelli e a cetrangoli…”, termine con il quale venivano indicate le arance amare. E’ così che lungo la Costa, i “giardini di limoni”, come sono chiamati in questa zona i limoneti, sono andati crescendo di numero e di ampiezza nel corso dei secoli, attraverso un’opera immane dell’uomo che ha recuperato all’agricoltura suoli scoscesi ed impervi. Dopo il 1500 la presenza del limone nell’area è riportata da diversi autori, e in un testo del ‘600 si trova anche un accenno ad un “limon amalphitanus”, dalle caratteristiche molto simili all’odierno sfusato della Costiera.
Infine, sono tanti i documenti, anche fotografici, del ‘900, che testimoniano gli intensi traffici, soprattutto con le Americhe, per la spedizione, via mare, di notevoli partite di limoni ed altri agrumi prodotti in Costiera.

Area di produzione

La zona di produzione del “Limone Costa d’Amalfi” di cui al presente disciplinare comprende:
l’intero territorio del comune di Atrani; parte del territorio dei comuni di: Amalfi, Cetara, Conca dei Marini, Furore, Maiori, Minori, Positano, Praiano, Ravello, Scala, Tramonti, Vietri sul Mare.
La descrizione del confine è effettuata dall’estremo ovest fino a raggiungere l’estremo est. Il confine sud è individuato dal Mar Tirreno.
Carta I.G.M. 1:25.000 n. 197 IV N.O. “Positano”

Carta I.G.M. n. 197 IV N.E. “Amalfi”

Carta I.G.M. 1:25.000 n. 111 S.E. “Nocera Inferiore”

Carta I.G.M. 1:25.000 n. 197 IV N.E. “Amalfi”

Carta I.G.M. 1:25.000 n. 197 I N.O. “Pastena”

Carta I.G.M. 1:25.000 n. 185 II S.O. “Salerno”

Dati economici e produttivi

Attualmente il limone amalfitano viene coltivato su circa 400 ha, con un raccolto medio annuo di circa 8 mila tonnellate. Da segnalare il crescente fenomeno dell’abbandono delle coltivazioni o della mancata raccolta dei frutti, soprattutto di quelle site nelle zone più impervie e montane, per ragioni diverse che attengono in particolare all’esiguità dell’ampiezza aziendale e alla difficoltà di accesso. Il problema dell’accessibilità ai fondi, posti nelle celebre “terrazze”, è da sempre la principale preoccupazione degli operatori agricoli dell’area. Proporre ancor oggi il trasporto dei frutti nelle ceste poste sul capo delle donne del luogo è anacronistico. Molti sono stati i tentativi di applicare modelli innovativi di trasporto già diffusi in altre aree, come le teleferiche e le monorotaie, ma il problema non è stato ancora risolto. La coltivazione del limone svolge un ruolo fondamentale nella tutela idrogeologica del territorio occupando anche i versanti più acclivi ed è elemento di spicco del paesaggio della Costiera Amalfitana, definita da molti “divina Costiera” e che deve il suo fascino anche alla bellezza e al profumo dei “giardini di limoni”. L’Indicazione Geografica Protetta ha consentito di valorizzare e tipizzare questo prodotto di pregio. Esso è conosciuto e apprezzato a livello nazionale ed internazionale. Tra i prodotti trasformati, sicuramente va menzionato il “limoncello”, il famoso elisir tipico a base di limone, che ha alimentato un importante indotto economico per tutta la Campania.

 
Registrazione
L’Indicazione Geografica Protetta (I.G.P.) “Limone Costa d’Amalfi” è stata riconosciuta, ai sensi del Reg. CE n. 2081/92, con Regolamento (CE) n. 1356 del 4.07.2001 (pubblicato sulla GUCE n. L 182 del 5 luglio 2001). L’iscrizione al registro nazionale delle denominazioni e delle indicazioni geografiche protette è avvenuta con provvedimento ministeriale del 18.07.01, pubblicato sulla GURI n. 178 del 2.08.01, unitamente al Disciplinare di produzione e alla Scheda riepilogativa (già pubblicata sulla GUCE n. C 282 del 5.10.2000).

Consorzio di tutela

Il “Consorzio di Tutela Limone Costa d’Amalfi I.G.P.” è stato riconosciuto dal MIPAF con DM 29 luglio 2003, pubblicato sulla GU n. 193 del 21.08.2003, in base all’art. 14 della legge 526/99 per la tutela, vigilanza e valorizzazione del prodotto.

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 Ora che cononscete anche i valori intrinsechi dei limoni campani farete attenzione nell’osservare come e quanto essi si siano inseriti nella cultura locale, in maniera tale da caratterizzare un territorio che enza di essi, proabilmente, non avrebbe lo stesso sapore! Godetevi l’affascinante contrasto del giallo e del verde e scoprirete quanto il limone sia diventato uno dei maggiori brain della Campania agli occhi di tutto il mondo.

Mariangela Martellotta

Photocredit : Mariangela Martellotta

 

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