Mercato Metropolitano: intervista ad Andrea Rasca

Mercato Metropolitano: intervista ad Andrea Rasca

Cucine d’Italia incontra l’economista Andrea Rasca, fondatore di Mercato Metropolitano, presente a Torino, Milano e dal 15 settembre anche a Londra. Ecco cosa ci ha raccontato.

Dopo Torino e Milano, Mercato Metropolitano si appresta ad inaugurare ufficialmente anche a Londra, esattamente il  15 settembre a Elephant & Castle. Ci può parlare di questo progetto?

L’idea nasce da oltre 20 anni di viaggi, osservazioni, degustazioni, ricerche di opportunità commerciali, studi e aperture di vecchi o nuovi concept di vendita o di somministrazione in giro per il mondo. Sicuramente, gli anni trascorsi in Giappone, a Londra, a Boston o a New York mi hanno aiutato a vedere il mondo del Retail sotto varie angolazioni, mi hanno permesso di osservare, avvicinarmi, comprendere sempre di più i consumatori e di capire che, anche se in modi diversi, la stragrande maggioranza di noi vuole le stesse cose.

mercato metropolitano andrea rasca

Il viaggio verso l’ideazione e la realizzazione di Mercato Metropolitano è partito dalla percezione di un’esigenza di una parte di potenziali clienti stranieri che amano il prodotto Italiano, ma che si trovano spesso a poter acquistare solo prodotti di mass market o ad altissimo costo. Il motivo risiede, tra le altre cose, nella semplice incapacità Italiana di fare sistema e di esportare in forma integrata e nell’evidente mancanza di un nostro Retailer internazionale (neppure di mass market), che possa offrire canali privilegiati di vendita ai nostri piccoli e medi produttori.

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Il secondo fattore che ha portato alla creazione di MM, consiste nella constatazione dell’assoluta mancanza di una struttura che possa accogliere i prodotti dei piccoli produttori, degli artigiani, degli agricoltori; una struttura basata su una filiera più corta, in grado di soddisfare i consumatori che desiderano prodotti freschi, di qualità, sani, ma anche i fornitori, che potrebbero avere accesso al mercato senza doversi piegare alle logiche della distribuzione moderna, che parla spesso solo di prezzo, e non di valore dei prodotti. Il sistema attuale, profondamente sbagliato, lascia il campo solo alle multinazionali, ai grandi gruppi che producono “paracibo”, prodotti che sì, sono legali, strettamente all’interno delle regole impostate, ma che nulla hanno a che vedere con le regole naturali, quelle tradizionali, quelle legate al primo scopo del cibo, vale a dire il nostro sostentamento fisico e psichico, il nostro benessere.

Cosa vi ha motivato a scegliere Londra e quali sono  le vostre aspettative rispetto a mercato europeo?

La nostra idea di sviluppo ha puntato fin da subito all’estero e partire da Londra, città che in fatto di mercati gastronomici ha dettato le regole nell’ultimo decennio, ci sembrava imprescindibile per testare ulteriormente la bontà del nostro progetto.

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Qual è il punto di forza della vostra offerta?

Sicuramente l’innovazione, nel senso di un ritorno alle origini, e cioè alla funzione che dovrebbero avere i mercati, quella di offrire cibo buono, non spazzatura, cibo sano, non “pompato” di conservanti o altre sostanze che nulla hanno a che vedere con la salute. Facciamo tutto ciò ricercando sul territorio i piccoli produttori, artigiani, coltivatori, cercando di pagare il giusto, e qualcosa di più per avere prodotti fatti con passione, ed offrire, nostra volta, cibo di altissima qualità e salutare ai nostri clienti. Si ritorna a focalizzarci sui “valori” e non sui “prezzi”, e sugli “individui” e meno sui “consumatori”.
MM è un un nuovo modello di business sostenibile, ma è anche un modello di sviluppo sociale sostenibile, perché adotta una visione inclusiva, non elitaria e distribuita di benessere. Inclusiva perché MM aggrega i piccoli, di qualunque paese, ed in qualunque paese. Il cibo, per definizione, non dovrebbe essere elitario, il cibo deve essere fonte di benessere, di salute, di gioia e di socialità.

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Mercato Metropolitano non si limita ad offrire solo una variegata proposta di prodotti e food dell’eccellenza italiana – ricordiamo la presenza anche di un food store, “Prezzemolo” – ma punta ad un concept più ampio che non perde mai di vista la cultura e non solo quella enogastronomica. Infatti, al suo interno sono previsti anche una sala cinema e un work space…ma anche tante altre attività. Puoi anticiparci qualche dettaglio in più?

Tutto parte dai nostri valori cioè aggregazione sociale, benessere,educazione, cultura, sostenibilità ambientale, sociale ed economica, zero spreco, artigianalità, responsabilità sociale, riqualificazione di aree dismesse, Urban gardening.
Con questi sempre presenti nel nostro agire ovviamente non potevamo che creare uno spazio immersivo dove arte e cultura, cibo per la mente, si fondono al vedere come nasce un pomodoro e come si prepara una buona pasta fatta in casa fino ad arrivare all’offerta gastronomica.
A MM Londra avremo un work space (MAXX) con spazi per professionisti a prezzi accessibili, il cinema (Backyard Cinema), la palestra (Rooney Boxing Gym), un’area per corsi di ogni tipo ed anche un club con musica jazz.

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Il post Brexit ha creato un po’ di scompiglio generale –  aggiungo ingiustificato ed isterico. Una tua riflessione sull’impatto che questo ha avuto nell’imprenditoria del food e della ristorazione e in generale sulla forza del Made in Italy nel mercato globale. 

Noi crediamo fermamente nell’unione e non nella separazione. Il cibo è unione. Il Made in Italy è sinonimo di qualità che resta, al di là di ogni particolarismo. Ma Mercato Metropolitano non si ferma a quello… I nostri produttori sono anche locali per cui il nostro progetto trascende i nazionalismi per un’idea globale. MM nasce dal cibo, ma si apre all’ arte, al design, alla cultura, all’artigianato, a tutti quei Mestieri che sono andati quasi persi in questa folle corsa verso un Capitalismo basato sulla finanza. Noi parliamo di Capitalismo sociale, di arricchimento comune, di benessere diffuso, di socialità e di reinterpretazione della tradizione, con un occhio all’innovazione.

a cura di Katya Marletta

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