In occasione del 8 Marzo dedichiamo un augurio speciale a tutte le nostre lettrici. Un augurio che nasce dalla commemorazione di eventi legati alla storia, al sacrificio, alla forza di altre donne.
Il primo “Woman’s day”, in realtà, non si tenne l’8 marzo bensì il 28 febbraio (negli Stati Uniti), in ricordo di una tragedia che assunse un significato storico e politico. Celebrazione, Commemorazione: l’8 Marzo è ormai una data che ha un proprio significato nel nostro calendario, con contenuti a piacere dal ludico al consumistici, al commemorativo etc… Non si tratta di semplice rievocazione della lotta al maschilismo o di mancanza di pari opportunità per le donne o altre intangibili rivendicazioni, ma – essendo celebrata in tutto il Mondo ormai – ha assunto l’importanza di giornata per ricordare le donne lapidate, stuprate, infibulate, usate come merce sessuale, di donne contagiate dall’AIDS, che mettono al mondo figli già segnati da un atroce destino.
Ecco perché c’è chi prova una certa avversione per l’8 Marzo per come viene ora festeggiato, soprattutto nel mondo occidentale. Vero è che Movimenti di donne ed Istituzioni organizzano in occasione di questa data iniziative culturali, ma per molte donne la festa si riduce ad avere la serata libera per riversarsi in ristoranti e locali dove lo strip maschile pare sia l’unico riscatto alla condizione femminile. Nulla in contrario con le uscite tra donne, né il volersi divertire ad uno strip maschile ma sarebbe bello poterlo fare anche in altri giorni – se di divertimento e non di voglia di trasgressione conformista si tratta – senza dover associare a questo giorno la “libera uscita” per abbandonare il focolare domestico.
Come si è giunti a questa – chiamiamola – piacevole usanza? In Italia la Festa della donna è diventata una celebrazione regolare a partire dal 1946 ma storicamente è molto diffusa l’ipotesi che fa risalire l’origine della festa ad un grave fatto di cronaca avvenuto nel 1908 a New York. Alcuni giorni prima dell’8 marzo, le operaie dell’industria tessile Cotton iniziarono a scioperare per protestare contro le condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero proseguì per diversi giorni finché l’8 marzo Mr. Johnson, il proprietario della fabbrica, bloccò tutte le vie di uscita. Poi allo stabilimento venne appiccato il fuoco (fonti parlano di un incendio accidentale). Le 129 operaie prigioniere all’interno non ebbero scampo. Altra ipotesi è che la storia che fece scaturire poi la commemorazione derivi da un avvenimento non accidentale ma di origine storico-sociale: l’incendio avvenne nel 1911 (e non nel 1908) sempre a New York ma nella Triangle Shirtwaist Company dove le lavoratrici non erano in sciopero, ma erano state protagoniste di una importante mobilitazione, durata quattro mesi, nel 1909. L’incendio, per quanto le condizioni di sicurezza del luogo di lavoro abbiano contribuito non poco al disastro, non fu doloso e le vittime furono oltre 140 [donne ma anche uomini n.d.r.]. I proprietari della fabbrica si chiamavano Max Blanck e Isaac Harris e vennero prosciolti nel processo penale ma persero successivamente una causa civile.
Qual è il motivo per cui questo timida pianta dai pallini gialli è diventata “il fiore” per eccellenza da regalare alle donne l’8 marzo? Secondo alcuni, perché nei pressi della fabbrica bruciata nel 1908 cresceva proprio un albero di mimosa. Tuttavia l’ipotesi più accreditata è di carattere più storico che simbolico. Sono state le italiane a eleggere la mimosa “pianta delle donne”. Nel 1946, l’U.D.I. (Unione Donne Italiane) cercava un fiore che potesse celebrare la prima Festa della donna del dopoguerra. La scelta fu quasi obbligata: la mimosa è una delle poche piante a essere fiorita all’inizio di marzo. Inoltre aveva il vantaggio di essere poco costosa.
Quale significato ha, oggi, la festa della donna nel mondo?
La nazione dove ancora è più sentita è la Russia. Qui, l’8 marzo, è addirittura vissuto come festa nazionale da trascorrere in famiglia. In molte città americane le celebrazioni incominciano qualche giorno prima dell’8. Nella Repubblica Domenicana le manifestazioni sono mal viste. In Africa la festa è ricordata nei Paesi con una forte tradizione di donne in lotta. In Italia è oggetto di critiche per il suo carattere sempre più “commerciale”.
La Torta Mimosa per la Festa della Donna
Mariangela Martellotta