Una micro-città nella città

A Firenze, Manifattura Tabacchi ha creato un luogo unico, affascinante grazie a un ampio e ambizioso progetto di recupero e riqualificazione urbana, convertendo gli ex stabili del Monopolio di Stato, con un articolato mix funzionale, in un polo di attrazione e aggregazione per professionisti e creativi, connesso e sostenibile, nel quale lavorare e vivere tra arte, cultura, moda e design.

L’intervento interessa l’ex area industriale costruita tra il 1933 e il 1940 per la manifattura dei sigari. Attiva per circa settant’anni, dismessa dal 2001, dava lavoro a oltre 1400 dipendenti. Un complesso edilizio, il cui stile architettonico razionalista del primo dopoguerra, imponente e dinamico spesso declinato in austera semplicità delle forme, fa ipotizzare la mano di Pier Luigi Nervi.

Una struttura di 16 edifici disposti su una superficie di circa 110.000 mq, che verrà riconfigurata entro il 2026, in spazi direzionali e commerciali, culturali e di formazione, destinati inoltre ad accogliere verde pubblico, aree residenziali e ricettive, grazie alla joint venture, siglata nel 2016, tra il Gruppo Cassa Depositi e Prestiti e il fondo PW Real Estate Fund III LP gestito da Aermont Capital, con un investimento da 250 milioni di euro.

Il progetto di riqualificazione architettonica e ambientale, ideato dagli studi di architettura di fama mondiale Sanaa e Mumbai, è stato successivamente curato dallo studio fiorentino Q-bic e dal paesaggista Antonio Perazzi. Il masterplan prevede la costruzione di 4 nuove unità con una distribuzione degli spazi per aree di interesse, di cui 37.000 mq dedicati a formazione, uffici e co-working; 35.900 a residenze e servizi; 11.300 ad atelier, laboratori e concept stores; 26.300 a hotel, student housing, birrificio, e 23.628 ad aree pubbliche.

LA FACTORY DI MANIFATTURA TABACCHI

Cuore pulsante di Manifattura Tabacchi è la Factory, un nuovo distretto urbano polifunzionale all’avanguardia, aperto a tutti e connesso col mondo, di cui sono già operativi circa 3000 metri quadrati di spazi espositivi dedicati ad attività temporanee. Si sono già insediate diverse realtà produttive, quali Baba Ceramics, Bulli&Balene, Canificio, Duccio Maria Gambi, Mani del Sud e ancora Mòno, SuperDuper, Todo Modo, Stefano Mancuso-Pnat, Birrificio Valdarno Superiore. Senza dimenticare Polimoda, l’Accademia di Belle Arti di Firenze, l’Istituto dei Mestieri d’Eccellenza di LVMH.

All’interno della Factory, gli edifici 4 e 5 ospitano, nei tre piani superiori, gli ambienti direzionali e di co-working inseriti in un ecosistema efficiente, sostenibile e tecnologicamente avanzato, mantenendo l’anima industrial dell’architettura originale, all’insegna della continuità con il passato, con volumi monumentali, doppie altezze, strutture di cemento, impianti a vista e grandi aperture vetrate, senza rinunciare a una visione degli spazi fortemente contemporanea, che privilegia la flessibilità e il pragmatismo. Il piano terra è destinato ad accogliere negozi, atelier e ristoranti, configurandosi come un nuovo centro d’incontro e di scambio ispirato alle botteghe che un tempo fiorivano intorno alle piazze della città.

La Factory diventerà la casa dei maker – una comunità di innovatori, appassionati di tecnologia, pensatori, inventori, autori, artisti, studenti, artigiani, digitali -, un polo creativo e produttivo, basato sul “saper fare” – dalla sartoria alla ceramica, dai cappelli ai restauri – conservando e innovando, ad un tempo, la tradizione.

Nel cuore della Factory, l’edificio 11, ospiterà NAM – Not a Museum, luogo dedicato alla ricerca, sperimentazione e produzione per le arti contemporanee. In collaborazione con il NAM e il DIDA – Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze -, Manifattura Tabacchi ha ideato “God is Green“, festival dedicato alla sostenibilità, che per la quinta edizione propone Reverse Towards a New Paradigm, aperto fino al 24 novembre.

Occorre identificare modelli alternativi, fondati su un nuovo paradigma culturale e sociale, per far fronte alle sempre più devastanti emergenze a livello globale. Consapevoli della parzialità e insieme dell’importanza di ogni singolo contributo, in un’ottica non individualistica, ma di apertura alle collaborazioni e superamento delle diversità si possono individuare delle proposte. La mostra, si muove in questa direzione e si sviluppa secondo un percorso narrativo che nasce dalla presa di coscienza dello stato attuale per giungere alla ricostruzione di un nuovo equilibrio tra umano e naturale. Il percorso espositivo, costituito da 17 opere, si articola in cinque capitoli, partendo da una rottura dei confini, si prosegue attraversando i concetti di altruismo reciproco e decolonizzazione dell’immaginario, per passare a una tecnologia orientata a soluzioni inedite e terminare con il rintracciare nel cosmo un nuovo incantamento.

Sul tetto dell’edificio 11, l’Officina Botanica, uno scenografico giardino pensile aperto al pubblico, un inno alla vegetazione mediterranea, tappezzato con una varietà di specie e con oltre 100 alberi, 1.300 tra arbusti e piante perenni. Il progetto del botanico e paesaggista Antonio Perazzi si inserisce in un contesto più ampio, a cui lavora da anni, che porta ad assecondare la natura spontanea in un incontro di reciproca conoscenza tra l’uomo e le piante, grazie al quale l’interazione ridisegnerà il paesaggio. Una filosofia progettuale, ispirata alla “Botanica temporanea”, rivolta alla realizzazione di giardini integrati ecologicamente nell’ambiente circostante, in cui l’ordine e il caos si alternano, e ideati per una gestione a bassa manutenzione e con un corretto consumo di risorse.

Il progetto verde rappresenta un’azione concreta per la riduzione volontaria delle emissioni di gas a effetto serra o climalteranti, riproducendo in larga scala l’azione di filtraggio e assorbimento dell’anidride carbonica e degli inquinanti atmosferici già in atto nella “Fabbrica dell’aria”, con l’installazione sperimentale di fitodepurazione ambientale ideata dal neurobiologo Stefano Mancuso con Pnat.

Il progetto contribuisce a uno sviluppo sostenibile, flessibile e a basso impatto ambientale e energetico, grazie anche all’adozione di energia geotermica, all’inserimento di superfici vegetali verticali sulle facciate degli edifici con funzione di regolazione termica e acustica, alla gestione attiva della risorsa idrica, alla posa di pavimentazioni a fughe larghe per permettere un corretto drenaggio del suolo.

UN NUOVO MODELLO RESIDENZIALE

All’interno degli edifici 7 e 12 saranno ricavate complessivamente 45 unità abitative ad alto tasso di design, firmate da Patricia Urquiola, designer e architetto, una delle figure femminili più brillanti del design contemporaneo, e q-bic, affermato studio multidisciplinare fiorentino. La fine dei lavori è prevista a dicembre 2023.

Le residenze propongono un concetto di abitare inedito a Firenze: loft d’ispirazione industriale e appartamenti ricercati, ampi e luminosi, sono progettati per accogliere una community di residenti in un quartiere aperto e connesso col mondo, animato da una comunità creativa e internazionale. Un nuovo centro per la cultura contemporanea, l’arte e la moda, complementare al centro storico.

ANILLA BY PATRICIA URQUIOLA

L’edificio 7, con affaccio su Piazza dell’Orologio, in passato adibito allo stoccaggio della merce, sarà convertito in loft residenziali sotto la direzione di Patricia Urquiola. Caratterizzato per la pianta curva, grandi vetrate a nastro e una facciata concava, in cui si inserisce un bassorilievo raffigurante le Madri operaie ad opera dello scultore Francesco Coccia, che ha ispirato il nome e l’identità del progetto “Anilla”. La parola Anilla, infatti, rimanda alla figura dell’operaia, Anilladora, con il compito di mettere l’anilla, la fascetta ai sigari. Un progetto permeato da una grazia femminile, in cui gli ambienti dialogano in modo leggero e delicato con la struttura esistente, in un rapporto estremamente fluido.

Il progetto

I 21 appartamenti si sviluppano ai livelli superiori dell’edificio. La maglia regolare dei pilastri guida la suddivisione dei locali, caratterizzata da una chiara separazione della zona giorno e notte; un sistema di soppalchi, pedane e locali posti su diversi livelli riproporziona le grandi altezze proprie dell’architettura industriale, senza snaturare il carattere dell’edificio.

Al primo piano si trovano le unità con terrazza, mentre tra il secondo e terzo piano si sviluppano tre duplex dotati di verande vetrate che sfruttano l’illuminazione delle grandi finestre. Due penthouse panoramiche, con ampia terrazza e giardino interno, sono ospitate nel nuovo volume ricavato sulla copertura dell’edificio esistente.

Ampie vetrate, terrazze e giardini d’inverno consentono di raggiungere una vera e propria osmosi tra il dentro e il fuori.

Al piano terra – a destinazione commerciale – si trovano le due lobby d’ingresso, di cui una dotata di servizio concierge.

Arredi e finiture

La cucina ha un ruolo centrale negli appartamenti di Anilla: disegnata da Urquiola e realizzata artigianalmente su misura per ciascun appartamento, è un pezzo unico di design. La zona giorno è il cuore della casa, uno spazio di convivialità e condivisione che unisce funzionalità ed estetica impeccabile, in cui trovano spazio pezzi iconici da lei disegnati per alcuni dei più importanti brand di design a livello internazionale. Tra questi Cassina (di cui è art director), Moroso, Flos, Agape, Kettal, Listone Giordano, Glas Italia, Mutina, CC-Tapis.

PURO BY Q-BIC

L’edificio 12, costruito negli anni Venti in stile industriale tardo ottocentesco, era originariamente adibito al confezionamento e inscatolamento dei prodotti finiti. Si tratta del fabbricato più antico del complesso. Il nome Puro in spagnolo significa sigaro ed è un gioco di parole che fa riferimento allo stile essenziale, senza concessioni al superfluo, e al tempo stesso alla forma lunga e stretta dell’edificio, così come alla sua antica funzione.

Il progetto

La riqualificazione a opera di q-bic mira a preservare e valorizzare ogni aspetto dell’architettura industriale, mantenendo gli interni il più possibile aperti e indivisi e utilizzando materiali, finiture e serramenti originali.

L’edificio accoglie al primo piano 24 loft open space di diverse metrature, che si sviluppano su uno o due livelli e sono caratterizzati da volumi ampi, travi di legno a vista e spazi esterni intimi e protetti. Gli spazi del soggiorno si articolano senza soluzione di continuità, mantenendo, in alcune parti, la doppia altezza esistente. Le ampie volumetrie interne permettono, inoltre, di realizzare un nuovo livello sottotetto che accoglie, oltre alle camere da letto, le terrazze a tasca ritagliate nella copertura. Zona giorno e zona notte risultano, così, chiaramente distinte, ma allo stesso tempo permeabili: gli affacci dai soppalchi sul soggiorno, per esempio, creano un dialogo visivo tra gli ambienti della casa.

La vegetazione è un altro degli elementi fondanti del progetto: ispirata al verde spontaneo che aveva avvolto gli edifici della Manifattura negli anni di disuso, la vegetazione pervade il ballatoio e le terrazze a tasca, fino a innestarsi all’interno degli appartamenti.

Arredi e finiture

Partner del progetto, Boffi e Lema che propongono cucine e armadiature personalizzabili. Per la proposta d’arredo, q-bic ha selezionato una serie di brand d’arredamento di alta gamma in linea con l’identità industriale del progetto Puro.

Servizi e amenities

A disposizione dei futuri residenti di Puro e Anilla sono previsti spazi amenities a uso esclusivo: un deposito biciclette e un bike lab attrezzato per la manutenzione e riparazione delle bici; una pet room per la toelettatura degli animali domestici; un’area fitness attrezzata; una delivery room; un roof-top arredato con vista sul centro storico di Firenze; un servizio di portineria centralizzata a disposizione dell’intera Manifattura. Entrambi gli edifici ospiteranno al piano terra spazi commerciali, un riferimento alla tradizione fiorentina dell’“uscio e bottega”, che in chiave contemporanea si traduce in loft e atelier.

Manifattura Tabacchi

Una micro-città nella città

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